PHOTO
Trump e Putin in Alaska
Doveva essere il vertice della svolta, ma l’incontro di Anchorage, in Alaska, tra Donald Trump e Vladimir Putin si è concluso senza un accordo sulla guerra in Ucraina. Dopo quasi tre ore di colloqui alla Joint Base Elmendorf-Richardson, i due leader hanno parlato di «progressi» e «mutuo rispetto», ma senza annunciare un cessate il fuoco né un piano concreto di pace.
«Non c’è accordo finché non c’è un accordo», ha detto Trump, pur definendo «molto produttiva» la riunione. Putin, dal canto suo, ha parlato di un dialogo «costruttivo» e «utile», ribadendo che per arrivare alla pace occorre affrontare le “cause profonde” del conflitto e ristabilire un “giusto equilibrio di sicurezza in Europa e nel mondo”. Nessuna delle due parti, tuttavia, ha fornito dettagli su eventuali intese.
Una stretta di mano, pochi contenuti
Il summit si è aperto con una cerimonia dal forte valore simbolico: arrivo su tappeto rosso, sorrisi, una stretta di mano e un giro a bordo della limousine presidenziale statunitense, “the Beast”. Ma al di là delle immagini, i risultati restano scarsi.
Putin ha invitato Trump a Mosca per un nuovo incontro: «Next time in Moscow», ha detto. «Interessante, potrebbe accadere», ha replicato il presidente Usa. Intanto, Trump ha promesso di aggiornare a breve i partner della Nato e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Proposta tedesca: vertice a tre in Europa
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha colto l’occasione per proporre un summit trilaterale Trump-Putin-Zelensky da tenersi in Europa. «Stiamo lavorando a data e luogo, potrebbe diventare una sede permanente di dialogo», ha dichiarato a Ntv e Rtl.
Un’ipotesi che, se confermata, sposterebbe il baricentro dei negoziati sul continente europeo, coinvolgendo direttamente Kiev.
Analisti: «Vittoria politica per Putin»
Secondo diversi esperti, il vertice in Alaska rappresenta più un successo per Mosca che per Washington. «La Russia ha ricevuto una ricompensa per la sua invasione», ha commentato Orysia Lutsevych di Chatham House, sottolineando come Putin sia riuscito a presentarsi da pari a pari con il presidente degli Stati Uniti, senza fare concessioni.
Il Financial Times ha rivelato che il leader del Cremlino avrebbe persino proposto a Trump uno scambio: ammorbidire le rivendicazioni territoriali in Ucraina in cambio del pieno controllo della regione di Donetsk, mantenendo congelato il fronte in Kherson e Zaporizhzhia. Un’ipotesi che Kiev, secondo fonti vicine a Zelensky, non accetterebbe mai.
Le reazioni ucraine
A Kyiv prevale la delusione. Il quotidiano Kyiv Independent ha definito il summit «disgustoso, vergognoso e inutile», accusando Trump di aver concesso a Putin un’accoglienza da “re”, a fronte dell’umiliazione subita da Zelensky durante la sua ultima visita a Washington.
Il presidente ucraino si prepara a incontrare Trump a Washington lunedì prossimo. In quella occasione, secondo le stesse fonti, Zelensky discuterà anche la proposta territoriale russa, con l’ipotesi di un eventuale faccia a faccia a tre.