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IMAGOECONOMICA
Trump e Putin potrebbero finalmente incontrarsi la prossima settimana. In campagna elettorale il 47’ presidente degli Stati Uniti aveva promesso di far finire la guerra «in 24 ore» una volta varcata la soglia della Casa Bianca, a sette mesi di distanza si vede finalmente un possibile spiraglio di luce tra le fitte nubi che da più di tre anni ormai incombono sui cieli dell’Ucraina.
Nonostante l’annuncio dell’incontro sembra che oggi gli Stati Uniti adotteranno comunque sanzioni secondarie nei confronti della Federazione Russa. Queste dovrebbero concretizzarsi in dazi doganal, come il 25% imposto per l’acquisto di petrolio greggio russo all’India, il cui consigliere per la sicurezza, Ajit Doval, ieri ha incontrato il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Sergey Shoigu, ed è stato successivamente ricevuto al Cremlino da Putin.
Le tariffe doganali vengono sempre più utilizzate da Trump come strumento di pressione per risolvere le controversie e ottenere i propri risultati, il presidente Usa le ha già utilizzate con successo per interrompere sul nascere il conflitto tra Cambogia e Thaialandia e potrebbe provare a bissare il risultato anche se lo scenario in questo caso è ben diverso e molto più complesso.
Mercoledì l’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, ha avuto un incontro, durato circa tre ore, con il presidente russo durante il quale «sono stati fatti grandi progressi» come scritto da Trump su Truth, prima di aggiornare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Il progresso più importante è stato proprio l’accordo all’organizzazione del bilaterale tra il presidente russo e quello statunitense. Witkoff, nel corso del colloquio con Putin, ha proposto un vertice a tre che comprenda anche Zelensky, il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha commentato spiegando che il Cremlino è «concentrato sul vertice tra Putin e Trump».
Al termine dell’incontro il presidente ucraino ha chiesto un incontro faccia a faccia con Vladimir Putin per porre fine alla guerra. «In Ucraina abbiamo ripetutamente affermato che trovare soluzioni concrete può essere davvero efficace parlarsi a livello di leader», ha scritto Zelensky sui social, «È necessario stabilire i tempi per un simile incontro e la gamma di questioni da affrontare». Ieri lo stesso presidente russo è tornato sulla possibilità di un incontro con il suo omologo ucraino, «In generale non ho nulla in contrario, è possibile», ha detto Putin, «Ma affinché ciò accada, devono essere create determinate condizioni. Purtroppo, siamo ancora lontani dal crearle».
Al termine del suo incontro al Cremlino con presidente emiratino Mohammed bin Zayed Al Nahyan, Putin ha indicato gli Emirati Arabi Uniti come uno dei luoghi più adatti per l’incontro con il presidente statunitense Donald Trump. «Penso che decideremo insieme al presidente degli Emirati Arabi Uniti, ma questo sarebbe uno dei posti più adatti».
Secondo indiscrezioni fornite da fonti anonime della Casa Bianca alla Cnn Trump sarebbe disponibile ad incontrare Putin la prossima settimana ma solo a patto che quest’ultimo accetti di incontrare anche il leader ucraino. La notizia è stata poi confermata dal New York Post che ha riportato fonti della Casa Bianca: «Putin deve incontrare Zelensky affinché l'incontro con Trump abbia luogo» ha detto un funzionario di Washington al quotidiano newyorkese. Zelensky sta provando a sedersi al tavolo e a portare con sè l’europa.
Il Vecchio continente, che comprende anche l’Ucraina, almeno a livello geografico è stato totalmente estromesso dai negoziati tenutisi negli scorsi mesi sul conflitto in corso in terra sarmata. Cosa non da poco contando che gli interessi ucraini in molti casi coincidono con quelli degli altri Paesi europei. Il raggiungimento di una pace che possa definirsi giusta sembra quasi un’utopia ma è evidente agli occhi di Buxelles che un eventuale accordo di pace non può essere trattato dai soli Stati Uniti e Federazione Russa.
Questo sia per una questione strategica, per tutelare gli interessidi cui sopra sia per tornare ad essere un attore centrale nel palcoscenico geopolitico mondiale, ruolo che negli ultimi anni è stata incapace d’incarnare rischiando così d’essere relegata ad attore second’ordine. Il riscatto europeo potrebbe essere anche un’occasione per Zelensky, che potrebbe così provare a legare il più possibile le sorti del suo Paese a quelle del resto d’Europa.
Ieri i funzionari di Ucraina, Finlandia, Francia, Germania, Italia e Regno Unito sono stati aggiornati da Witkoff, nel corso di una videoconferenza, rispetto ai contenuti dell’incontro avuto con Putin e per discutere il percorso da seguire, incluso il possibile vertice tra Trump e Putin. Al termine della missione di Witkoff in Russia, Trump ha avuto ieri un colloquio telefonico con il presidente ucraino Zelensky e con altri leader europei e ha parlato loro della possibilità di un incontro tra lui e Putin e di un successivo vertice trilaterale con la partecipazione di Zelensky. La conversazione, avrebbe creato confusione a Kiev e presso le cancellerie europee.
I funzionari ucraini, in particolare, sarebbero preoccupati del fatto che la proposta di Putin per un incontro con Trump sia un modo per cercare di raggiungere accordi diretti con gli Stati Uniti sulla fine della guerra, nel tentativo di tagliare fuori Kiev e i Paesi europei.