PHOTO
Associated Press/LaPresse
Coraggio, determinazione e voglia di riconciliare una nazione intera. Sono questi i tratti distintivi di Maria Corina Machado, impegnata da sempre a liberare il Venezuela dalla morsa liberticida del regime di Nicolas Maduro. Oggi il riconoscimento a livello internazionale del suo impegno civico con l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace.
Jorgen Watne Frydnes, che ha letto a Oslo le motivazioni del Premio, ha definito Machado «paladina della pace coraggiosa e impegnata, una donna che tiene accesa la fiamma della democrazia tra crescente oscurità». L’ingegnera di Caracas ha pagato a caro prezzo le proprie scelte. Dopo aver fondato il partito politico liberale “Vente Venezuela”, è stata deputata dell’Assemblea nazionale dal 2011 al 2014. In quel consesso ha ripetutamente denunciato le violazioni dei diritti umani e i brogli elettorali nel Paese sudamericano.
Più volte hanno tentato di silenziare la sua voce, ma invano. Machado prima è stata destituita e inabilitata dalle autorità per la ferma opposizione al regime venezuelano, poi, nel 2023, pur essendosi aggiudicata le primarie come esponente dell’opposizione in occasione delle elezioni presidenziali, le è stato impedito di sfidare Nicolas Maduro. Troppo scomoda come avversaria del successore di Chavez, diventato il padrone del Venezuela, anche perché troppo amata dal popolo. Da quel momento la vita di Maria Corina è cambiata.
È stata costretta a vivere in semi-clandestinità, senza però accantonare il sogno dell’affermazione della democrazia in un Paese dalle innumerevoli contraddizioni, ricco e povero allo stesso tempo. Nell’estate 2024 Machado ha sostenuto il candidato Edmundo Gonzalez Urrutia, che è stato uno dei primi ieri mattina a congratularsi per l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace. L’anno scorso il Parlamento europeo ha assegnato a Machado e Urrutia il prestigioso “Premio Sakharov” per la libertà di pensiero.
Se il regime Maduro non è riuscito a colpire Machado, si è comunque vendicato con alcuni suoi collaboratori, compreso il consigliere giuridico, l’avvocato Perkins Rocha, arrestato nell’agosto dell’anno scorso e imprigionato nel famigerato carcere Helicoide, a Caracas. «La figura di Maria Corina Machado – ha affermato Jorgen Watne Frydnes, presidente del Comitato del Nobel per la Pace - soddisfa tutti e tre i criteri sulla base delle volontà di Alfred Nobel e ha unito l’opposizione del suo Paese. Non ha mai ceduto nel resistere alla militarizzazione della società venezuelana ed è stata risoluta nel suo sostegno per una transizione pacifica alla democrazia. Ha dimostrato che gli strumenti della democrazia sono anche gli strumenti della pace. Machado incarna la speranza di un futuro diverso, in cui sono protetti i diritti fondamentali dei cittadini e ascoltate le loro voci le persone saranno finalmente libere di vivere in pace».
Machado, in un post su X, ha dedicato il Premio Nobel per la Pace al popolo venezuelano con la speranza che non perda definitivamente la fiducia in un futuro migliore. Non è mancato un riferimento al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che potrebbe risollevare le sorti del Sudamerica. «Questo immenso riconoscimento della lotta di tutti i venezuelani – ha scritto la Premio Nobel - è uno stimolo per portare a termine il nostro compito: raggiungere la libertà. Siamo alle soglie della vittoria e oggi più che mai contiamo sul presidente Trump, sul popolo degli Stati Uniti, sul popolo dell'America Latina e sulle nazioni democratiche del mondo come nostri principali alleati per raggiungere la libertà e la democrazia. Il Venezuela sarà libero!».
Gli esponenti di “Vente Venezuela”, il partito politico di Machado, considerano il Premio Nobel un “incentivo” che “riconosce ed esalta” l’impegno di tutti i democratici e di un intero popolo per la libertà. Secondo José Antonio Vega, coordinatore di “Vente”, sono stati valorizzati al massimo «anni di lavoro di Maria Corina e, ovviamente, di una squadra». «Finalmente – dice al Dubbio Adriano Benedetti, ambasciatore d’Italia in Venezuela dal 2000 al 2003 - una voce di grande autorevolezza si è levata per ricordare la tragedia che da tanti anni vive il Venezuela. A questo Paese, così ricco di vitalità umana e di risorse, è negato da un regime illiberale e antidemocratico il diritto inalienabile alla libertà e alla democrazia».
L’avvocato Tomas Farini Duggan, del “Forum argentino per la difesa della democrazia” sottolinea le qualità di Machado: «Celebriamo il Premio Nobel per la Pace 2025 conferito a Maria Corina Machado, una donna che ha fatto della resistenza civica il suo stile di vita. In un Paese in cui la verità è stata perseguitata e la libertà soffocata, la sua voce è rimasta salda, ricordando a tutti che nessuna dittatura dura per sempre quando un popolo sceglie di non arrendersi».