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TRUMP
Alla vigilia dei cruciali colloqui in programma a Sharm el-Sheikh, in Egitto, il Presidente americano Donald Trump ha lanciato un netto ultimatum all'organizzazione palestinese Hamas: se si rifiuterà di cedere il potere a Gaza, «sarà annientata».
Il concetto è stato pienamente rafforzato dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Parlando ai membri del Forum delle famiglie dei soldati uccisi, Netanyahu ha chiarito che il piano di Trump per un cessate il fuoco nella Striscia non potrà procedere senza il rispetto della sua prima clausola: il rilascio degli ostaggi.
«Finché l'ultimo degli ostaggi, vivo o morto, non sarà trasferito in territorio israeliano, non passeremo ad altre clausole», ha dichiarato il Premier israeliano. Egli ha inoltre avvertito che se Hamas non dovesse rilasciare gli ostaggi entro la scadenza stabilita dal presidente Trump, Israele tornerà all'offensiva a Gaza «con il pieno appoggio di tutti i paesi coinvolti».
Trump si è mostrato ottimista sull'accordo, definendolo «un fantastico accordo per Israele» e per «tutto il mondo», in grado di portare «la pace nel Medio Oriente per la prima volta in tremila anni». Sui tempi, tuttavia, il leader statunitense si è mantenuto cauto: «è presto, stiamo negoziando adesso. I negoziati sono in corso, andranno avanti per altri due giorni».
Colloqui cruciali
A rappresentare Hamas nei colloqui in Egitto dovrebbe esserci Khalil al-Hayya, uno dei principali negoziatori dell'organizzazione e bersaglio di un recente raid israeliano a Doha, riapparso in TV nelle ultime ore. Anche gli Stati Uniti attendono un segnale di serietà dall'organizzazione. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato: «Sapremo molto presto se Hamas fa sul serio o no in base a come andranno questi incontri».
Intanto, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza si aggrava. L’esercito israeliano (IDF) ha fatto sapere che circa 900mila del milione di residenti hanno lasciato Gaza City per recarsi verso la parte meridionale della Striscia, un esodo «aumentato» nelle ultime settimane con l'avanzata dell'IDF verso la città.
La smentita sul regime carcerario di Greta Thunberg
Sull'altro fronte, Israele ha smentito con forza le notizie relative a un presunto regime carcerario particolarmente duro per l'attivista svedese Greta Thunberg, arrestata a bordo di una nave della Global Sumud Flotilla.
Il Ministero degli Esteri dello Stato ebraico ha definito le affermazioni sui maltrattamenti «sfacciate menzogne», assicurando che «tutti i diritti legali dei detenuti sono pienamente tutelati». L'attivista, ancora detenuta dopo essersi rifiutata di firmare i documenti per accelerare l'espulsione, «non ha presentato alcun reclamo verso queste accuse ridicole e infondate, perché non si sono mai verificate».