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Attacco aereo israeliano in cui è morto il capo di stato maggiore di Hezbollah, Haytham Tabtabai, in Libano
Il nuovo raid israeliano su Haret Hreik, nel sud di Beirut, segna un punto di svolta nella fragile tregua tra Israele e Hezbollah. L’attacco aereo, il primo sulla capitale libanese dopo mesi, ha ucciso cinque persone e ne ha ferite 28, secondo il ministero della Sanità libanese. L’obiettivo era Haytham Ali Tabatabai, capo di Stato maggiore di Hezbollah e figura di spicco dell’ala militare del movimento sciita filo-iraniano.
La conferma è arrivata dal “Partito di Dio”, che ha parlato di una “nuova violazione della linea rossa” da parte di Israele. Non è ancora chiaro se il gruppo intenda reagire nelle prossime ore, ma fonti israeliane citate da Haaretz temono attacchi contro obiettivi ebraici all’estero, ipotesi già valutata dai servizi di intelligence di Tel Aviv.
Secondo l’esercito israeliano, Tabatabai era un leader “centrale” di Hezbollah sin dagli anni ’80: ex comandante delle unità speciali Radwan, operativo in Siria e responsabile della strategia contro Israele dopo l’eliminazione dei vertici militari del movimento. Nei mesi recenti aveva guidato la ricostruzione delle forze del gruppo e il rafforzamento delle capacità sul fronte libanese.
Il raid arriva mentre la tregua siglata quasi un anno fa con la mediazione internazionale vacilla. Unifil, la missione ONU in Libano, ha documentato circa 10 mila violazioni del cessate il fuoco da parte di Israele in 12 mesi, tra attacchi aerei e incursioni terrestri. La missione ha inoltre denunciato la costruzione di un nuovo muro israeliano che oltrepassa la Linea Blu, sottraendo “4 mila metri quadrati” di territorio libanese, in violazione della risoluzione 1701.
In questo contesto, l’eliminazione di Tabatabai rischia di alimentare ulteriormente la tensione. Molti analisti leggono l’operazione come una mossa per aumentare la pressione sul governo di Beirut, accusato dagli Stati Uniti e da Israele di ritardi nell’attuazione del piano di disarmo approvato la scorsa estate.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che lo Stato ebraico «non permetterà a Hezbollah di ricostruire le proprie forze», definendo Tabatabai «un assassino con le mani sporche del sangue di israeliani e americani». Il leader israeliano ha ricordato che Washington aveva offerto »una ricompensa da 5 milioni di dollari» per informazioni sul comandante sciita.


