Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump intende sostenere militarmente l’Ucraina senza un invio diretto di armi. Secondo quanto riferito da fonti ad Axios, il piano prevede che alleati della Nato acquistino armamenti dagli Stati Uniti per poi fornirli a Kyiv. Tra i paesi disponibili a partecipare alla strategia ci sarebbero già Germania e Norvegia, che avrebbero accettato di comprare batterie antiaeree Patriot da destinare successivamente all’Ucraina.

Lo schema, discusso durante il recente vertice Nato all’Aia, non è ancora stato formalizzato ma rappresenterebbe una svolta pragmatica per superare le resistenze interne all’amministrazione americana. «Il presidente sta mandando armi difensive alla Nato. La Nato può decidere cosa fare con esse. Non stiamo inviando armi all’Ucraina», ha spiegato una fonte citata da Axios.

Tuttavia, secondo altre fonti, le forniture potrebbero includere anche armamenti offensivi. Lo stesso Trump, in un’intervista a NBC, ha confermato il piano: «Stiamo inviando armi alla Nato e la Nato le pagherà per intero. Saranno poi loro a decidere di darle all’Ucraina».

Parallelamente, l’ex presidente è pronto a ricorrere alla Presidential Drawdown Authority per destinare a Kyiv fino a 300 milioni di dollari in armamenti, selezionati direttamente dalle scorte statunitensi. Si tratta di uno strumento già usato dall’amministrazione Biden per accelerare l’assistenza militare a Kyiv.

Le dichiarazioni sono arrivate in un momento in cui le relazioni tra Washington e Mosca restano tese. Trump ha annunciato che lunedì rilascerà «una dichiarazione importante sulla Russia», senza però fornire dettagli. «Sono deluso dalla Russia, ma vedremo cosa accadrà nelle prossime due settimane», ha detto alla NBC.

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha affermato da Kuala Lumpur, dopo un incontro con il segretario di Stato USA Marco Rubio, che «Putin ha confermato la propria posizione sulla guerra in Ucraina nel colloquio del 3 luglio con Trump».

Infine, Trump ha riacceso anche la tensione commerciale con il Canada. In un post su Truth Social ha annunciato dazi del 35% su tutti i prodotti canadesi in ingresso negli Stati Uniti a partire dal 1° agosto 2025. In una lettera indirizzata al premier canadese Mark Carney, ha avvertito che eventuali misure tariffarie di risposta saranno ricambiate con dazi equivalenti in aggiunta al 35%.

Il tycoon ha inoltre accusato il Canada di essere parte del problema legato al traffico di fentanyl, lamentando anche la presenza di «dazi, barriere e politiche non tariffarie che creano squilibri commerciali insostenibili».