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«L’avvocata Maria Bontsler deve essere immediatamente rilasciata». A chiedere la scarcerazione è Mariana Katsarova, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nella Federazione Russa, che ha condannato l’arresto della professionista sessantaquattrenne avvenuto nella exclave di Kaliningrad oltre un mese fa. In carcere, con Bontsler, è finito un altro avvocato, Roman Morozov. I due legali sono noti per aver difeso l’attivista e pensionato Igor Baryshnikov, condannato per aver diffuso “false informazioni” sull’esercito russo nel giugno 2023.
Si possono contare sulle dita di una mano gli avvocati di Kaliningrad che assistono dissidenti e oppositori politici. Tra loro figura Maria Bontsler. A causa dell’aberrazione giuridica alla quale si assiste in Russia, soprattutto dall’inizio dell’aggressione militare ai danni dell’Ucraina, secondo la quale l’avvocato è assimilato al proprio assistito, Bontsler già nel giugno 2022 venne multata per aver diffuso “false informazioni” sull’esercito e per aver espresso idee in favore di Kyiv. Nell’arringa difensiva l’avvocata richiamò i discorsi pronunciati in tribunale da due persone che difendeva, arrestate a loro volta nel corso di alcune manifestazioni contro la guerra. Adesso la nuova accusa per presunta “cooperazione riservata con uno Stato straniero allo scopo di minare la sicurezza nazionale della Federazione Russa”. Questo reato prevede condanne fino a otto anni di carcere.
L’impegno di Maria Bontsler è noto alle organizzazioni per i diritti umani. Per più di trent’anni anni l’avvocata ha presieduto il “Comitato delle madri dei soldati”, organizzazione impegnata nella tutela dei diritti dei coscritti. Non a caso, dunque, la presa di posizione delle Nazioni Unite per il tramite di Mariana Katsarova. «Quello di Bontsler – afferma la relatrice Onu – è un caso estremamente inquietante di persecuzione e criminalizzazione di un avvocato per il solo fatto di aver svolto i propri doveri professionali. L’arresto e il processo di Maria Bontsler sono motivati politicamente e rappresentano l’ennesimo esempio dei continui attacchi all’indipendenza della professione forense in Russia».
Un aspetto inquietante della vicenda ha a che fare con il magistrato chiamato a giudicare Maria. Solo una settimana prima dell’arresto dell’avvocata, l’Unione Europea ha imposto sanzioni a 28 funzionari russi, tra cui il giudice del processo a carico di Igor Baryshnikov, difeso da Bontsler. «Tale coincidenza – commenta Katsarova - solleva una serie di perplessità. Mi fa pensare che l’arresto di Bontsler possa essere una ritorsione per il suo impegno professionale. Fa riflettere infatti l’accusa mossa da parte dell’autorità giudiziaria: aver fornito informazioni relative alla sicurezza nazionale a un governo straniero, fattispecie contraria ai principi su cui si fonda la professione forense».
Un’altra questione della vicenda è legata allo svolgimento del processo a carico dell’avvocata di Kaliningrad. Le udienze, fino ad oggi, si sono tutte svolte a porte chiuse e i suoi difensori sono tenuti a non divulgare notizie classificate come “segreto di Stato”. Inoltre, sono vietate le visite dei familiari in carcere ai quali non vengono neppure fornite informazioni sulla detenzione. A complicare il quadro sono, poi, le precarie condizioni di salute. Maria Bontsler soffre di una grave forma di ipertensione. Nonostante le richieste per ricevere cure mediche adeguate, nessuna risposta è stata fornita dalla direzione del carcere.
«La negazione di cure mediche a una detenuta gravemente malata – aggiunge Mariana Katsarova -, unita alle pessime condizioni di detenzione, può essere considerata un trattamento inumano e degradante. Le autorità russe devono fornire immediatamente cure mediche adeguate. La contestazione dei reati, con riferimento all’articolo 275.1 del codice penale, è vaga e interpretata a sfavore di chi è imputato nei processi di matrice politica, consentendo di perseguire addirittura l’esercizio del diritto di difesa. Si tratta di una legge repressiva che deve essere abrogata».
Infine, l’appello rivolto dalla relatrice speciale delle Nazioni Unite che non nasconde preoccupazione per alcune categorie professionali particolarmente esposte: «Maria Bontsler deve essere immediatamente rilasciata e tutte le accuse contro di lei devono essere ritirate. La sua vicenda giudiziaria è un esempio della crescente repressione ai danni degli avvocati e dei difensori dei diritti umani in Russia. Le forze dell’ordine stanno effettuando sempre più spesso perquisizioni e arresti nei confronti di giornalisti e avvocati in diverse regioni del Paese. Questi attacchi alle professioni e alla società civile devono cessare».
Alla richiesta di Mariana Katsarova si è associata l’International commission of jurists (Icj) di Ginevra. «Il procedimento giudiziario a carico di Maria Bontsler – evidenzia Temur Shakirov, direttore del programma Europa e Asia Centrale dell’Icj - riflette una più ampia campagna di ritorsione contro gli avvocati in Russia, impegnati in casi che le autorità considerano politicamente sensibili. Tali azioni servono a intimidire e scoraggiare altri avvocati dal difendere con determinazione i propri clienti».