Donald Trump ha annunciato che Israele ha accettato una proposta di cessate il fuoco di 60 giorni nella Striscia di Gaza. Lo ha reso noto il presidente degli Stati Uniti attraverso il suo social Truth: «I miei rappresentanti hanno avuto oggi un lungo e produttivo incontro con gli israeliani su Gaza. Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare un cessate il fuoco di 60 giorni, durante i quali lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra». Il piano sarà consegnato da Qatar ed Egitto, mediatori principali, a Hamas. «Spero – ha aggiunto Trump – che Hamas accetti questo accordo, perché la situazione non migliorerà, ma peggiorerà». La risposta del movimento islamista è arrivata a stretto giro.

Un portavoce di Hamas, Taher al-Nunu, ha dichiarato che il gruppo è pronto a prendere in considerazione la proposta, ma solo se essa porterà «chiaramente alla fine completa della guerra». Nessuna adesione formale, quindi, ma apertura al negoziato. «Siamo seri riguardo al raggiungimento di un accordo», ha detto il funzionario.

La proposta in discussione prevede, secondo fonti israeliane, un cessate il fuoco della durata di due mesi, accompagnato da un ritiro parziale delle truppe israeliane da Gaza, un aumento degli aiuti umanitari e una cornice negoziale che apra colloqui per la fine del conflitto. Tuttavia, Tel Aviv – riferiscono le stesse fonti – non si impegnerebbe formalmente a concludere la guerra. I nodi restano quelli già emersi nei lunghi mesi di trattative.

Hamas è disposto a rilasciare i rimanenti ostaggi – circa 50, di cui meno della metà risulterebbero ancora in vita – ma solo in cambio del ritiro completo di Israele da Gaza e della fine del conflitto. Israele, invece, condiziona la tregua definitiva alla resa del gruppo, al disarmo e all’esilio dei suoi leader, condizioni sinora sempre respinte da Hamas.

Oggi una delegazione di Hamas dovrebbe incontrare i mediatori egiziani e qatarioti al Cairo, per discutere i dettagli della nuova proposta americana. In parallelo, cresce la pressione diplomatica: la prossima settimana il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è atteso a Washington per un vertice con Trump. Al centro del faccia a faccia ci saranno il conflitto nella Striscia e le tensioni con l’Iran, in un quadro regionale ancora instabile a pochi giorni dalla fine della “guerra dei 12 giorni”.

Trump ha ribadito la speranza che un’intesa per il cessate il fuoco possa essere raggiunta entro la prossima settimana.