Strage a Gaza nella giornata del 3 giugno 2025. Ventisette palestinesi sono stati uccisi e decine feriti nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti umanitari nella zona di al-Alam, a Rafah, nel sud della Striscia. L’Idf ha ammesso di aver aperto il fuoco contro un gruppo di civili, sostenendo che alcuni si sarebbero avvicinati alle forze israeliane in modo ritenuto minaccioso. Nello stesso giorno, tre soldati della Brigata Givati sono morti in un’esplosione a Jabaliya, nel nord di Gaza: si tratta del bilancio più grave dall’interruzione del cessate il fuoco con Hamas, avvenuta a marzo.

I tre soldati israeliani uccisi sono il sergente maggiore Lior Steinberg (20 anni), il sergente maggiore Ofek Barhana (20 anni) e il sergente maggiore Omer Van Gelder (22 anni), tutti inquadrati nel Nono Battaglione della Brigata Givati. L’esercito ha diffuso i loro nomi confermando la dinamica dell’esplosione.

L’attacco a Rafah, avvenuto in prossimità di un punto di distribuzione umanitaria gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), ha suscitato forte indignazione. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, tra le vittime si contano anche tre bambini e due donne. Il personale medico dell’ospedale Nasser ha parlato di ferite da arma da fuoco per la maggior parte dei pazienti. Il direttore dell’ospedale, Atef al-Hout, ha dichiarato che uno dei feriti è in condizioni critiche.

In un comunicato diffuso su Telegram, l’Idf ha confermato di aver sparato “in prossimità di alcuni sospetti” che avrebbero abbandonato i percorsi stabiliti e ignorato colpi di avvertimento. Si tratta del terzo episodio simile in tre giorni. Le sparatorie si sono intensificate da quando la Ghf, con il sostegno di Israele e Stati Uniti, ha istituito centri di distribuzione umanitaria all’interno di aree militari israeliane: un’iniziativa contestata dall’ONU e ritenuta da molti rischiosa per la popolazione civile.

Il contesto del conflitto

Dopo la fine del cessate il fuoco a marzo, Israele ha intensificato le operazioni militari nella Striscia. Secondo le autorità di Gaza, il bilancio delle vittime palestinesi ha superato quota 54mila, in gran parte donne e bambini. Israele, da parte sua, rivendica l’uccisione di circa 20mila combattenti di Hamas, senza fornire prove dettagliate.

Il conflitto è scoppiato dopo l’attacco del 7 ottobre 2023, quando Hamas ha ucciso 1.200 israeliani e preso in ostaggio 251 persone. Attualmente, 58 ostaggi rimangono ancora sotto il controllo del gruppo, un terzo dei quali si presume siano vivi.

In totale, dall’inizio della guerra, sono morti circa 860 soldati israeliani, di cui oltre 400 in combattimento all’interno della Striscia. La situazione resta estremamente instabile e alimenta una spirale di violenza che coinvolge in modo diretto la popolazione civile, sempre più vittima degli scontri tra le forze armate israeliane e le milizie di Hamas.