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VLADIMIR PUTIN PRESIDENTE RUSSIA
Venti caldi soffiano sull’artico. La Russia starebbe rinforzando le proprie basi e costruendo nuove infrastrutture militari in Carelia, regione russa al confine con la Finlandia. L’indiscrezione arriva dal New York Times ed è basata su immagini satellitari, la cui veridicità è stata confermata da funzionari della Nato. In base alle ricostruzioni operate dalquotidiano Usa, il risveglio della macchina bellica russa nella regione delineerebbe la strategia di Mosca per il post- Ucraina.
Le fotografie mostrano la costruzione di capannoni destinati a ospitare veicoli militari, tra cui mezzi blindati e corazzati, hangar aerei da combattimento. Nella città di Petrozavodsk, capitale della Repubblica di Carelia a circa 170 chilometri dal confine finlandese, l’armata russa avrebbe costruito tre capannoni destinati ad ospitare truppe di terra. A Kamenka, città dell’oblast di Leningrado, le immagini mostrerebbero la costruzione di un campo tendato, che potrebbe ospitare circa duemila soldati. Sarebbe in fase di riapertura e ristrutturazione la base di Severomorsk- 2, nell’oblast di Murmansk, rimasta inattiva per quasi vent’anni. Altre attività sarebbero state osservate nella base aerea di Olenya, aeroporto militare che funge da centro operativo per i bombardieri strategici russi.
Le attività, rassicurano i funzionari Nato, non sono comparabili con quelle che erano state osservate nei pressi del confine tra la Federazione e l’Ucraina prima dell’invasione del 2022. La stessa Helsinki ha fatto presente che quanto sta accadendo in Carelia non rappresenta, almeno per il momento, una minaccia significativa. La Finlandia è uno degli ultimi paesi, insieme alla Svezia, ad essere entrata nella Nato. Lo Stato scandinavo ha fatto il suo ingresso sotto l’ombrello nucleare dell’Alleanza Atlantica nel 2023, divenendone il 31’ membro, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. Il confine tra Russia e Finlandia, lungo poco più di milletrecento chilometri, è la più ampia linea di contatto tra i territori della Nato e della Federazione Russa. Il confine comune negli anni è aumentato, e con esso le preoccupazioni di Mosca sulla propria integrità territoriale. Come rilevato dall’Ispi, per cinquant’anni, tra il 1949 e il 1998, il confine comune è stato di soli duecento chilometri, nel quadriennio tra il 1999 e il 2003 è aumentato a quattrocento, con l’adesione della Polonia nel 1999.
Tra il 2004 e il 2021, grazie all’ingresso delle repubbliche baltiche, il confine si è allungato, raggiungendo i milletrecento chilometri. La recente adesione della Finlandia ha portato il confine a misurare duemilaseicento chilometri. Ci fu anche un momento in cui Russia e Nato furono molto vicine, non solo sotto l’aspetto territoriale, tanto da costituire il Consiglio Nato- Russia a seguito del vertice di Pratica di Mare del 28 maggio 2002, in cui Vladimir Putin e George W. Bush si strinsero la mano, con l’aiuto dell’allora Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, grande amico di Putin.
«All’inizio del XXI secolo», si legge nella Dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri della Nato e della Federazione Russa, «noi viviamo in un mondo nuovo e strettamente interdipendente nel quale delle nuove minacce e sfide, senza precedenti, richiedono sempre più risposte unitarie. Conseguentemente, noi, gli Stati membri dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico e la Federazione Russa apriamo oggi una nuova pagina nelle nostre relazioni volta a rafforzare la nostra attitudine a lavorare insieme in aree di comune interesse e di fronteggiare insieme le comuni minacce e rischi alla nostra sicurezza». Un passato che oggi sembra fantastoria, anche perché di acqua ne è passata sotto i ponti che solcano la Neva.
Viene comunque difficile pensare che la Russia sia intenzionata a lanciarsi in un corpo a corpo nucleare con l’Alleanza Atlantica, o almeno lo si spera. La ragione del risveglio militare della regione potrebbe ricondursi alle mire dell’orso russo, che vuole farsi polare. La penisola di Kola, area geografica in cui sono localizzate alcune delle basi interessate dalle recenti attività militari russe, rappresenta un approdo strategico per il mare di Barentz, dove a giugno del 2024 la marina militare russa ha tenuto un’esercitazione che ha impiegato due sottomarini a propulsione nucleare.
Un precedente tra i due paesi, che non hanno mai avuto relazione troppo amichevoli, c’è: la guerra d’inverno. Combattuta da sovietici e finlandesi, dal 30 novembre 1939 al 12 marzo 1940, e vinta dai sovietici, che però, a causa della coriacea resistenza delle forze finlandesi, subirono pesanti perdite sia di uomini che di mezzi. La guerra si concluse con la pace di Mosca, la Finlandia dovette cedere un importante parte dei suoi territori, circa sessantacinquemila chilometri quadrati, oltre a diverse isole e la propria porzione della penisola di Rybachi, e il confine venne riportato a quello stabilito da Pietro il Grande nel 1721.