La tensione tra India e Pakistan ha raggiunto nuovi livelli critici dopo il massiccio raid compiuto da Nuova Delhi contro nove presunti obiettivi terroristici in territorio pakistano, in risposta all’attentato del 22 aprile a Pahalgam, che aveva causato la morte di 26 persone, per lo più di fede indù. Secondo fonti ufficiali pakistane, almeno 13 civili sono stati uccisi e 59 feriti nella città di Poonch, nel Kashmir conteso, colpita in quella che Islamabad definisce una violazione del cessate il fuoco.

La notte successiva al raid, lungo la Linea di Controllo (LoC) che divide il Kashmir tra i due Paesi, si sono verificati scambi di fuoco tra soldati indiani e pakistani. Il portavoce militare di Islamabad, Ahmed Sharif Chaudhry, ha confermato che le forze pakistane hanno risposto per autodifesa, mentre l’esercito indiano ha parlato di reazioni proporzionate con armi leggere e artiglieria.

A Nuova Delhi, il ministero degli Esteri indiano ha presentato in conferenza stampa i dettagli dell’Operazione Sindoor, condotta contro strutture in cui, secondo l’intelligence, si addestrerebbero gruppi legati al terrorismo. I militari hanno mostrato un video degli attacchi, sottolineando che i bersagli erano "legittimi e selezionati".

Rappresaglie e nuovi episodi

Nel frattempo, il sistema di difesa aerea pakistano ha abbattuto un drone indiano nelle prime ore di giovedì nei pressi di Lahore, nei pressi della base navale di Waltan. Secondo fonti di sicurezza pakistane, altri due droni sarebbero stati abbattuti in diverse città del Punjab. In risposta, l’aviazione pakistana afferma di aver abbattuto cinque aerei da combattimento indiani, un dato non confermato da Nuova Delhi.

Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha promesso vendetta: «Vendicheremo ogni goccia di sangue dei nostri martiri». L’India ha ribadito che i suoi attacchi hanno colpito solo siti legati alla pianificazione di attentati, escludendo infrastrutture civili o militari pakistane.

Allerta internazionale

A causa dell’escalation, il governo di Taiwan ha elevato al massimo il livello di allerta viaggi ("rosso") per la zona di confine tra India e Pakistan, invitando i propri cittadini a lasciare l’area al più presto. L’allerta "gialla" già attiva su tutto il territorio indiano rimane in vigore. Il Ministero degli Esteri di Taipei ha espresso forte preoccupazione per il deterioramento della situazione.