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L'India attacca il Pakistan lanciando dei missili
È di almeno 31 morti e decine di feriti il bilancio provvisorio del raid missilistico condotto dall’India sul territorio del Pakistan, secondo quanto riferito dalle autorità locali. Tra i bersagli colpiti figura anche la moschea Subhan di Bahawalpur, nella provincia del Punjab, come confermato dal medico dell’ospedale locale, Zohaib Ahmed.
Nuova Delhi ha dichiarato di aver preso di mira infrastrutture utilizzate da militanti ritenuti responsabili del massacro del 22 aprile a Pahalgam, nel Kashmir indiano, dove un gruppo armato ha ucciso turisti indù. L’India accusa il Pakistan di aver sostenuto l’attacco, accusa respinta da Islamabad.
Il portavoce dell’esercito pakistano, tenente generale Ahmed Sharif, ha riferito che i missili indiani hanno colpito sei località, tra la zona del Kashmir pakistano e la provincia orientale del Punjab. Il primo ministro Shehbaz Sharif ha convocato il Comitato di sicurezza nazionale, dichiarando che «il Pakistan ha tutto il diritto di rispondere con forza a questo atto di guerra».
Secondo fonti di sicurezza, sei persone sono morte nei raid nel Kashmir pakistano. Tra gli edifici colpiti vi sono quattro moschee e una clinica. Un missile ha danneggiato una moschea a Muridke, nei pressi di Lahore, e un altro ha centrato un complesso religioso a Bahawalpur, un tempo collegato a gruppi militanti come Lashkar-e-Taiba e Jaish-e-Mohammed, ora ufficialmente dismessi.
Il ministero della Difesa indiano ha dichiarato di aver colpito nove siti legati al terrorismo, precisando che le azioni sono state «mirate, misurate e non aggressive», e che nessuna struttura militare pakistana è stata coinvolta.
Nel Kashmir indiano, le autorità hanno chiuso le scuole in almeno sette distretti lungo la linea di confine, oltre che nell’area attorno all’aeroporto di Srinagar.
Il contesto delle tensioni
Il Kashmir è una regione contesa da India e Pakistan sin dal 1949. Le tensioni sono tornate ai massimi livelli dopo l’attentato del 22 aprile, rivendicato da un gruppo finora sconosciuto chiamato Kashmir Resistance, che ha colpito turisti indù sparando a distanza ravvicinata. I sopravvissuti parlano di un’azione mirata contro uomini di fede indù.
Reazioni internazionali
La Cina ha espresso «profonda preoccupazione» per l’escalation e ha invitato entrambi i Paesi a «mantenere calma e moderazione». Pechino è principale investitore in Pakistan, con un maxi-progetto da 65 miliardi di dollari per il Corridoio Economico Cina-Pakistan. La Cina ha anche proprie dispute territoriali con l’India nella regione.
Il presidente statunitense Donald Trump ha commentato l’attacco definendolo “una vergogna”: «Combattono da tanto tempo. È triste, ma non sorprendente. Speriamo che la crisi non degeneri».