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KEIR STARMER PRIMO MINISTRO INGLESE
Il Regno Unito è pronto a riconoscere lo Stato di Palestina entro il prossimo settembre, a meno che Israele non compia passi concreti per porre fine alla crisi a Gaza. L’annuncio è arrivato dal premier britannico Keir Starmer nel corso di una riunione del gabinetto a Downing Street, e rappresenta una svolta diplomatica che rischia di inasprire i rapporti con il governo israeliano.
Secondo quanto reso noto dall’ufficio del primo ministro, Londra formalizzerà il riconoscimento prima dell’Assemblea Generale dell’ONU qualora il governo israeliano non avvii un cessate il fuoco nella Striscia, non rinunci esplicitamente all’annessione della Cisgiordania e non si impegni a rilanciare il processo di pace verso la soluzione dei due Stati.
«Abbiamo bisogno di almeno 500 camion di aiuti che entrino ogni giorno a Gaza – ha dichiarato Starmer – ma l’unico modo per porre fine a questa crisi umanitaria è un accordo duraturo». Il leader laburista ha sottolineato il sostegno del Regno Unito agli sforzi diplomatici di Stati Uniti, Egitto e Qatar per raggiungere una tregua sostenibile e un piano di pace strutturato.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina, ha aggiunto Starmer, sarà subordinato alla verifica dei progressi compiuti dalle parti in causa.
La reazione di Israele: «Premiate il terrorismo»
Non si è fatta attendere la risposta del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha affidato a X (ex Twitter) una dura replica: «Starmer premia il mostruoso terrorismo di Hamas e punisce le sue vittime. Uno Stato jihadista oggi al confine con Israele, domani minaccerà il Regno Unito». Il premier israeliano ha accusato Londra di praticare una politica di “appeasement verso i terroristi jihadisti” che, a suo dire, è destinata a fallire.
Trump si smarca: «Io non lo farei»
Dagli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump ha voluto chiarire di non essere stato informato dell’iniziativa britannica durante l’incontro avuto con Starmer in Scozia. Pur evitando un attacco diretto, ha preso le distanze: «Se fai una cosa del genere, stai ricompensando Hamas. Io non lo farò», ha affermato, riferendosi anche al recente annuncio della Francia di voler procedere nella stessa direzione.