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Ynon Levy, un colono israeliano già destinatario di sanzioni da parte di Unione europea e Gran Bretagna, ha ucciso con un colpo di pistola al petto l’attivista e maestro palestinese, Awdah Hathaleen, che ha collaborato alla realizzazione del documentario No Other Land premiato dall’Oscar.
Il video sgranato mostra momenti concitati in cui il colono, pistola in pugno, scorta un bulldozer, guidato da un ragazzo, verso le ultime case rimaste in piedi nel villaggio di Umm Al-Khair nella Cisgiordania occupata, a sud della città di Hebron. I residenti provano a ribellarsi ma Levy li tiene lontani sotto la minaccia della pistola. Quando un palestinese si avvicina per spingerlo via, questi l’allontana e carica il colpo in canna. Passano pochi secondi prima che cominci a far fuoco una prima volta ad altezza d’uomo e poi una seconda in aria. Nel video non si vede il momento in cui Hathaleen viene colpito ma un fotogramma precedente mostra invece l’escavatore che con il martello pneumatico colpisce un altro residente, Ahmad, cugino di Hathaleen che aveva provato a fermarlo. Il video si interrompe quando la persona che sta riprendendo comincia a correre nella direzione dello sparo, tra le urla disperate delle donne presenti.
In un altro filmato pubblicato da Basel Adra, co-regista del documentario insieme a Yuval Abraham, Hamdan Ballal e Rachel Szor, si vede un uomo steso a terra in una pozza di sangue, con le mani cinte al collo, come se non potesse respirare. Si tratta con tutta probabilità di Hathaleen, il colpo di pistola gli ha perforato i polmoni, rendendo inutile ogni tentativo di soccorso. Come riportato dalla Bbc l’attivista israelo-americano Mattan Berner-Kadish ha raccontato che alle 17:20 di lunedì 28 luglio un bulldozer proveniente da un insediamento di coloni nelle vicinanze è entrato nel villaggio, distruggendo le condutture delle acque reflue, diversi alberi d’ulivo e alcune recinzioni. Ahmad e Berner-Kadish sono stati tra i primi ad accorrere per fermare il bulldozer, è in questo momento che Ahmad viene colpito alla spalle e alla testa dal martello pneumatico attaccato al braccio dell’escavatore. Mentre stava assistendo Ahmad per le ferite riportate, Berner-Kadish racconta di aver sentito uno sparo e al ritorno al caseggiato di aver visto Hathaleen esangue a terra e Levy con la pistola in pugno.
Dal video non si capisce se ci fossero altre persone a sparare ma l’unico colono visibile sembra essere Levy, che dovrà rimanere agli arresti domiciliari fino a venerdì, mentre quattro residenti palestinesi sono stati arrestati per aver lanciato pietre contro il bulldozer e si trovano nel carcere militare di Ofer in attesa dell’udienza che dovrebbe svolgersi oggi. In tribunale la polizia ha sostenuto che Levy si è difeso legittimamente in quanto la sua vita e quella del minore che stava guidando l’escavatore sarebbe stata in pericolo. Levy era stato destinatario anche di sanzioni da parte degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Biden, poi rimosse da Trump, in quanto «guidava regolarmente gruppi di estremisti violenti che si impegnavano in azioni che creavano un clima di paura in Cisgiordania». Bisogna ricordare che gli insediamenti dei coloni israeliani in Cisgiordania sono stati dichiarati illegali secondo il diritto internazionale.
«Il mio caro amico Awdah è stato massacrato», ha scritto Adra sui sui canali social, «era di fronte al centro comunitario del suo villaggio quando un colono ha sparato un proiettile che gli ha trafitto il petto, togliendogli la vita. È così che Israele ci cancella: una vita alla volta». Adra, Abraham e altri attivisti hanno condiviso l’ultimo messaggio di resistenza di Hathaleen, in cui esortava i residenti a fermare la distruzione del villaggio di Umm al-Kheir: «I coloni stanno lavorando dietro le nostre case e hanno cercato di tagliare la conduttura principale dell'acqua per la comunità. Se potete contattare legislatori, i tribunali, chiunque, per favore fate qualcosa».
Nonostante le condanne dell’accaduto da parte della comunità internazionale, la Francia ha dichiarato «terrorista» la violenza dei coloni, il giorno successivo le Idf hanno fatto irruzione nel corteo funebre per Hathaleen. I soldati israeliani hanno aggredito i partecipanti al corteo disperdendoli e dichiarando l’area come una zona militare chiusa. Nel corso del blitz due attivisti stranieri sono stati arrestati per aver mostrato solidarietà alla famiglia di Hathaleen. Le forze israeliane hanno fatto ritorno ieri nel villaggio arrestando otto persone. Secondo quanto riportato dagli attivisti locali tra gli arrestati ci sarebbe anche il capo del villaggio di Umm al-Kheir.
Hamdan Ballal, uno dei registi del documentario premio Oscar, a marzo ha raccontato alla Cbc come, a seguito del successo del film alla serata degli Academy awards, la situazione per lui e per gli altri residenti di Masafer Yatta, insieme di villaggi in cui è stato girato il documentario, sia peggiorata, «Per questo motivo mi stanno attaccando, mi puniscono perchè porto questo messaggio al mondo esterno» ha riferito Ballal nell’intervista alla Cbc. Ballal è stato arrestato a marzo nel corso di una protesta, come quelle che si possono vedere nel film, per fermare la demolizione di alcune case, ed è stato rilasciato il giorno seguente. L’arresto è stato condotto con l’aiuto di un colono, Luski, che aveva già minacciato e attaccato Ballal in precedenza, ma come raccontato dal regista, in quest’occasione ha davvero avuto paura d’essere ucciso. «Dopo l'Oscar – ha detto – la situazione è peggiorata».