Hamas sarebbe pronta a respingere l’ultima proposta statunitense per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e per il rilascio degli ostaggi israeliani. A riferirlo è un alto funzionario del movimento palestinese alla BBC, spiegando che il piano “non soddisfa le richieste fondamentali”, tra cui la cessazione totale del conflitto e il ritiro israeliano.

La proposta, avanzata dall’inviato americano Steve Witkoff, prevede: 60 giorni di cessate il fuoco con Donald Trump come garante; rilascio di 10 ostaggi vivi e 18 salme da parte di Hamas in cambio della liberazione di prigionieri palestinesi e dei corpi di gazawi deceduti; invio e distribuzione di aiuti tramite ONU e Mezzaluna Rossa; ridispiegamento dell’esercito israeliano a nord di Gaza e lungo il corridoio di Netzarim; avvio di trattative per una tregua permanente; informazioni dettagliate su tutti gli ostaggi rimanenti.

Il Times of Israel ha confermato l’esistenza del testo, sottolineando che Hamas ha fatto sapere che fornirà una risposta ufficiale a tempo debito.

La reazione dell’ultradestra israeliana

All’indiscrezione sul rifiuto di Hamas ha reagito immediatamente il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, che ha chiesto un’azione militare immediata. «Dopo il rifiuto di Hamas non ci sono più scuse – ha scritto su X – È ora di intervenire con tutta la nostra forza per distruggere Hamas. Abbiamo già perso troppe occasioni».

Le parole di Ben Gvir sembrano aprire a un’ulteriore escalation, proprio mentre sul piano internazionale si moltiplicano gli appelli alla fine delle ostilità.