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Parenti e sostenitori di israeliani tenuti in ostaggio da Hamas a Gaza bloccano una strada durante una protesta in occasione dei 600 giorni della loro prigioni
Hamas si dice pronto a un nuovo round di colloqui “seri” per un accordo di cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il capo negoziatore Khalil al-Hayya in un videomessaggio diffuso ieri sera, precisando che i contatti con mediatori e parti interessate «stanno continuando».
Tuttavia, la prudenza resta d’obbligo. In un’intervista rilasciata al quotidiano qatarino Al-Araby Al-Jadeed, Mohammed Nazzal – membro dell’ufficio politico di Hamas – ha frenato l’ottimismo dichiarando che «le condizioni non sono ancora mature per un accordo». Secondo Nazzal, lo stallo sarebbe dovuto in gran parte alla posizione del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che «non vuole porre fine alla guerra perché ritiene di non aver raggiunto i suoi obiettivi strategici».
Il dirigente di Hamas ha parlato esplicitamente di una strategia israeliana volta a «smantellare la resistenza palestinese, espellere la popolazione da Gaza e insediare un governo collaborazionista, una sorta di “Karzai palestinese”». Nonostante ciò, Nazzal ha riconosciuto che il movimento islamista sta rispondendo agli sforzi di Doha per colmare le distanze nell’ambito della nuova proposta di tregua avanzata dall’inviato USA Steve Witkoff.
In un passaggio rilevante, Nazzal ha dichiarato che «solo Donald Trump può imporre un cessate il fuoco se lo volesse davvero”, suggerendo che la leadership di Washington resta l’unica in grado di influenzare le decisioni israeliane.
Tajani: «L’Italia è protagonista di azioni umanitarie»
Sul fronte italiano, è intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. In un’intervista a La Verità, ha sottolineato come «solo gli Stati Uniti possano incidere in maniera decisiva sulla guerra a Gaza». Tajani ha aggiunto che «Israele ha vinto contro Hamas, che continua a usare i civili come scudi», e ha rivendicato il ruolo dell’Italia negli aiuti umanitari: «Siamo l’unico Paese ad aver portato un convoglio all’interno di Gaza in questo momento. Stiamo distribuendo beni alla popolazione e abbiamo accolto 700 palestinesi in Italia».
Il ministro ha inoltre affermato che sia da parte israeliana che palestinese c’è «rispetto per il nostro operato» e che l’Italia sta facendo «ciò che altri non sono in grado di fare», riferendosi agli interventi di evacuazione e assistenza ai civili.