Il secondo round di colloqui diretti tra Russia e Ucraina si è aperto oggi a Istanbul sotto l’egida della Turchia. Ma mentre le delegazioni si riuniscono, sul campo di battaglia la guerra non si ferma: attacchi incrociati con centinaia di droni, missili balistici e colpi a profondità strategica dimostrano quanto le posizioni restino ancora lontane.

Nel fine settimana, Kiev ha dichiarato di aver colpito cinque basi russe dislocate in punti nevralgici del Paese, da Mosca all’Estremo Oriente, fino all’Artico. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, l’azione ha distrutto oltre 40 caccia russi: “Un’operazione brillante”, ha affermato. Nella notte, Mosca ha risposto con 472 droni, il più massiccio attacco dall’inizio del conflitto, secondo quanto riportato dalle autorità di Kiev.

I colloqui a Istanbul e il coordinamento con l’Europa

Le delegazioni, arrivate ieri in Turchia, sono guidate da Rustem Umerov per Kiev e da Vladimir Medinsky per Mosca. Prima dell’inizio dell’incontro, il vice ministro degli Esteri ucraino Sergiy Kyslytsya e il consigliere presidenziale Oleksandr Bevz hanno incontrato i rappresentanti diplomatici di Italia, Germania e Regno Unito per definire una linea comune.

«L’Ucraina conferma il proprio impegno per la pace», ha spiegato il portavoce Heorhii Tykhyi, specificando che in agenda figurano l’ipotesi di un incontro tra i leader, un cessate il fuoco totale e misure umanitarie per creare fiducia. L’inizio dei colloqui è stato indicato tra le 12 e le 13 ora locale, con la supervisione del ministro degli Esteri turco Hakan Fidan e la partecipazione di funzionari dell’intelligence turca.

Il primo round, lo scorso 16 maggio, si era concluso in meno di due ore, portando a un solo risultato concreto: lo scambio di mille prigionieri. Nessun passo avanti, invece, sul cessate il fuoco.

L’analisi: Mosca punta a guadagnare tempo

Secondo l’Institute for the Study of War, think tank di Washington, la Russia starebbe tentando di rallentare i negoziati per consolidare ulteriori vantaggi militari. «Le recenti dichiarazioni di Kiev e Mosca – scrivono gli analisti – indicano che le distanze sulle condizioni per porre fine alla guerra restano ampie».

L’Ucraina ha mostrato apertura verso una tregua, ma il Cremlino ha respinto qualsiasi ipotesi. Sul fronte, intanto, si continua a combattere lungo i 1.000 chilometri di linea di contatto. Mosca ha dichiarato di aver abbattuto 162 droni ucraini su otto regioni russe e sulla Crimea nella notte. Secondo l’aeronautica ucraina, sono invece 52 gli UAV russi neutralizzati su un totale di 80.

A peggiorare il quadro, stamattina due missili balistici hanno colpito la città ucraina di Kharkiv, uno dei quali è esploso nei pressi di una scuola in un quartiere residenziale.