PHOTO
Funerali delle vittime uccise durante un raid dell'esercito israeliano nella città di Qabatiya in Cisgiordania
La tensione in Cisgiordania è tornata ad aumentare nelle ultime ore, segnata da una vasta operazione dell’esercito israeliano che, all’alba, ha portato all’arresto di circa 43 palestinesi e al fermo di decine di persone in diversi governatorati. A riferirlo è l’agenzia ufficiale palestinese Wafa, che ha ricostruito una serie di interventi simultanei condotti in più città e campi profughi. In parallelo, è arrivata anche la notizia della morte in custodia di un giovane palestinese, un episodio che ha ulteriormente aggravato il clima già teso nella regione.
Secondo la ricostruzione di Wafa, a Nablus le forze israeliane hanno arrestato 17 cittadini provenienti dalla Città Vecchia e dai campi profughi della zona, mentre numerosi altri sarebbero stati sottoposti a interrogatori sul campo. A Gerico, i militari avrebbero fermato 13 persone, sia nella città sia nel campo di Aqabat Jabr, dopo aver fatto irruzione nelle abitazioni, perquisendole e, in alcuni casi, trasformandole in postazioni militari.
Anche nel governatorato di Hebron si registrano interventi estesi: sette cittadini di Beit Ummar sarebbero stati arrestati «dopo aver fatto irruzione nelle loro case, perquisendole e devastando» quanto vi era all’interno, secondo quanto riportato da fonti locali. Nel frattempo, due ex detenuti delle località di Arraba e Bir al-Basha, nel governatorato di Jenin, sono stati prelevati dalle loro abitazioni, mentre fermi sarebbero avvenuti anche a Qalqilya, Tulkarem e Tuqu’, a sud di Betlemme.
Un’ampia operazione è stata segnalata inoltre a Salfit, dove decine di giovani sarebbero stati bloccati durante le irruzioni, «interrogati sul campo e picchiati violentemente» prima di essere rilasciati. Situazione analoga a Abu Dis, a est di Gerusalemme, dove l’esercito israeliano avrebbe trattenuto «circa 20 giovani», sottoponendoli a interrogatori definiti «umilianti» e aggravati da percosse prima del rilascio successivo.
Accanto agli arresti, la giornata è stata segnata dalla notizia della morte sotto custodia israeliana di Abdelrahman al-Sabateen, un palestinese di 21 anni originario di Husan, vicino Betlemme. Secondo l’Ufficio per gli Affari dei Prigionieri dell’Autorità nazionale palestinese, il giovane era stato arrestato il 24 giugno. La famiglia ha riferito che, durante un’udienza dello scorso novembre, il ragazzo «non aveva mostrato gravi problemi di salute», alimentando interrogativi sulle circostanze del decesso.


