Nel suo intervento per la Giornata mondiale dei diritti umani, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché aumenti la pressione su Israele, definendola «di fondamentale importanza per evitare che la Striscia di Gaza venga trascinata nuovamente nel conflitto». Un discorso dai toni durissimi, nel quale il capo dello Stato ha accusato Israele di violare sistematicamente il cessate il fuoco e di perpetrare azioni che, a suo avviso, calpestano i principi fondativi della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Erdogan ha denunciato il protrarsi delle «atrocità a Gaza e nei Territori palestinesi occupati», sottolineando come il bilancio delle vittime palestinesi – da lui quantificato in oltre 70 mila persone – rappresenti un colpo devastante ai valori che la comunità internazionale si impegna a difendere dal 1948. «Questo genocidio è una chiara indicazione del grave danno inflitto ai valori sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani», ha affermato, chiedendo un coinvolgimento globale nella ricostruzione di Gaza, ridotta a un «enorme cumulo di macerie».

Secondo il presidente turco, la sola strada per una pace giusta e duratura passa dal rafforzamento del cessate il fuoco – a cui Ankara dichiara di aver contribuito – e dall’implementazione immediata della soluzione a due Stati. Erdogan accusa Israele di mostrare «disprezzo per la legge e l’ordine» e di avere violato la tregua con attacchi che avrebbero causato la morte di almeno 370 palestinesi dall’11 ottobre.

Il presidente ha dedicato parte del suo discorso a riflettere sul significato della Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite, definita un insieme di «valori e conquiste condivise dell’umanità» che garantiscono i diritti intrinseci di ogni individuo. Erdogan ha evidenziato l’urgenza di combattere razzismo culturale, islamofobia e xenofobia, fenomeni che, secondo lui, minacciano l’adesione ai principi della Dichiarazione. Ignorare o sottovalutare i crimini d’odio, ha detto, «è assolutamente inaccettabile», soprattutto quando vengono tollerati o incoraggiati «sotto le mentite spoglie della libertà di pensiero».

Nel passaggio finale del discorso, Erdogan ha ribadito la determinazione della Turchia a liberarsi «dal flagello del terrorismo», un fenomeno che avrebbe ostacolato per decenni il percorso di prosperità del Paese. «In primo luogo, raggiungeremo l’obiettivo di una Turchia libera dal terrorismo e poi, se Dio vuole, una regione centrata su sviluppo, cooperazione e pace», ha spiegato, definendo questo traguardo come un impegno «paziente e sincero».

Concludendo, il presidente turco ha rivolto un messaggio di speranza per il 10 dicembre, celebrando la giornata come un’occasione per auspicare «pace, tranquillità, stabilità e giustizia» per tutto il mondo, con un pensiero particolare a Gaza, alla Palestina e al Sudan.