Mezz’ora di faccia a faccia con Papa Leone XIV e un colloquio di un’ora e mezzo a palazzo Chigi con Giorgia Meloni. La tappa romana di Volodymyr Zelensky, dopo l’incontro di ieri di Londra e Bruxelles con i leader europei, arriva mentre i media di tutto il mondo rilanciano le parole di Donald Trump, il cui sostegno a Kiev appare ogni giorno più fragile.

«Zelensky dovrà darsi una mossa e iniziare ad accettare le cose» perché «sta perdendo» la guerra, dice il presidente americano accusando l’amministrazione ucraina di «usare la guerra come pretesto per non tenere le elezioni. «Non fanno un’elezione da molto tempo - dice Trump intervistato da Politico - parlano di democrazia, ma si arriva a un punto in cui «l’Ucraina» non è più una democrazia», aggiunge il capo della Casa Bianca ribadendo le sue critiche all’Europa, sempre più «debole» e decadente».

«Per le elezioni sono sempre pronto», replica Zelensky parlando con i cronisti di alcuni quotidiani lasciando il suo albergo romano prima di incontrare Meloni. Ma è chiaro che la messa in discussione della leadership del presidente ucraino in questo momento indebolisce Kiev in una fase negoziale che si fa ogni giorno più drammatica. Le garanzie di sicurezza per l’Ucraina e lo status delle regioni orientali del Paese restano i nodi più controversi. La richiesta più difficile da digerire per Kiev è la questione dei territori: Mosca reclama il Donbass, che è «storicamente parte della Russia», dice Vladimir Putin, compresi i territori che le forze di Mosca non sono riuscite a conquistare in quasi quattro anni di guerra mentre forze russe stanno rinforzando le truppe nella regione e moltiplicando gli attacchi.

Il punto era stato accolto in buona parte nel piano originario messo a punto da Washington, ma malgrado la forte pressione degli Usa, Zelensky non intende rinunciare a una parte consistente del suo Paese e annuncia un nuovo piano di pace rivisto assieme agli alleati europei, da presentare alla Casa Bianca per cercare di evitare concessioni territoriali alla Russia. «La Russia insiste affinchè rinunciamo ai territori», ripete Zelensky. «Noi, ovviamente, non vogliamo rinunciare a nulla. È esattamente ciò per cui stiamo lottando».

Nella sua giornata romana il presidente ucraino incassa il rinnovato sostegno di papa Leone XIV, ringrazia il pontefice per «i suoi appelli per una pace giusta» e lo invita a visitare Kiev, per dare «un forte segnale di sostegno al nostro popolo». «Abbiamo discusso di ulteriori azioni e della mediazione del Vaticano volta a restituire i nostri figli rapiti dalla Russia», aggiunge Zelensky, che ha regalato a Leone un presepe artigianale ucraino. Anche con Meloni il colloquio è stato «eccellente e molto approfondito», dice il presidente ucraino che ribadisce di «apprezzare il ruolo attivo dell’Italia nel generare idee concrete e definire misure per avvicinare la pace». «Contiamo molto sul continuo sostegno dell’Italia: è importante per l’Ucraina», aggiunge Zelensky che ringrazia il governo «per il pacchetto di assistenza energetica e per le attrezzature necessarie» per «proteggere vite umane».