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Attacco con droni russo a Kiev Ucraina
L’Ucraina è sotto assedio: nuovi attacchi russi hanno colpito la capitale Kiev e diverse regioni nelle ultime 48 ore, provocando morti, feriti e vaste distruzioni. Secondo le autorità ucraine, gli obiettivi sono infrastrutture civili e sistemi energetici, in vista dell’inverno imminente.
Le fonti ucraine indicano che almeno otto civili sono stati uccisi e 67 feriti negli ultimi ventiquattro ore. I bombardamenti hanno interessato in particolare la regione di Kherson, dove tre persone sono morte e 29 sono rimaste ferite, tra cui tre bambini. Due vittime e dodici feriti sono state registrate a Kiev, mentre a Dnipro altri due civili hanno perso la vita e sette sono rimasti feriti. In Donetsk, Kharkiv e Zaporizhzhia danni alle infrastrutture hanno lasciato circa 25mila residenti senza elettricità.
Secondo l’Aeronautica ucraina, la Russia ha lanciato nove missili balistici Iskander-M dalle regioni di Rostov e Kursk e 62 droni Shahed, tra attacco e diversione: le difese hanno intercettato cinquanta tra missili e droni, ma cinque missili e dodici droni sono riusciti a colpire quattro località, causando vittime e ingenti danni.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello urgente per nuovi sistemi di difesa: «È proprio per fermare questo orrore che chiediamo i Patriot», ha scritto su X, aggiungendo che «l’America, l’Europa e i Paesi del G7 possono fare la differenza salvando vite umane». Dal canto suo, la premier ucraina Yulia Svyridenko ha denunciato: «La Russia sta tentando di provocare una catastrofe umanitaria. Famiglie nei rifugi, case in fiamme: è terrorismo deliberato contro la popolazione civile».
Tra le contromisure decise da Kiev c’è l’accordo con la Svezia per la fornitura di 150 caccia Gripen: «Un passo decisivo per la sicurezza dei nostri cieli», ha dichiarato Zelensky.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in viaggio verso l’Asia, ha annunciato che chiederà al leader cinese Xi Jinping di usare la propria influenza su Mosca per riaprire la via dei negoziati di pace: «Anche Xi vuole che questa guerra finisca», ha affermato. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha replicato che «vedremo davvero, se Dio vuole, cosa accadrà tra 6 mesi», minimizzando l’impatto delle sanzioni occidentali.


