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Emergenza carceri in Italia
La tragedia avvenuta questa mattina nel carcere di Brindisi, dove un detenuto di origini lucane si è tolto la vita impiccandosi, riporta con forza al centro del dibattito la drammatica emergenza del sistema penitenziario italiano. A denunciarlo, con parole durissime, è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, che parla di un quadro “indegno per un Paese civile”.
L’episodio non è purtroppo isolato. Con questo nuovo caso, salgono a 72 i suicidi tra i detenuti dall’inizio del 2025, ai quali si aggiunge il gesto estremo di un internato in una Rems. Il bilancio, già gravissimo, comprende anche quattro operatori penitenziari che si sono tolti la vita nello stesso arco di tempo, segno di un sistema al collasso che coinvolge tanto i reclusi quanto chi lavora nelle carceri.
La fotografia del sistema: sovraffollamento e carenze strutturali
Nel suo intervento, De Fazio ricorda che nelle carceri italiane sono attualmente 63.740 le persone ristrette, a fronte di 46.183 posti disponibili. Un divario che parla da sé, aggravato da infrastrutture obsolete, sezioni fatiscenti e servizi essenziali ridotti al minimo. Una condizione che, secondo il sindacato, rende “invivibili” molti istituti. Non meno preoccupante è la situazione del personale: mancano 20 mila agenti di Polizia penitenziaria rispetto all’organico previsto. Un’assenza che si traduce in turni massacranti, reparti lasciati scoperti e una capacità ridotta di prevenire episodi critici.
Il caso Brindisi: numeri di un’emergenza quotidiana
Particolarmente allarmanti i dati relativi proprio alla Casa circondariale di Brindisi, dove si è consumata la tragedia. Qui i detenuti sono 232 a fronte di un regolamento che prevede 119 posti: un sovraffollamento del 195%, tra i più alti del Paese. Sul fronte del personale, la sproporzione è altrettanto evidente. Gli agenti in servizio sono 120, mentre per garantire la gestione ordinaria sarebbero necessari 197 unità, con una carenza del 39%.
La Puglia resta la regione più sovraffollata d’Italia
La situazione pugliese, sottolinea De Fazio, rappresenta un problema nel problema: con 4.596 detenuti distribuiti su 2.587 posti, la regione è la più congestionata d’Italia. Una sperequazione che rischia di compromettere la sicurezza e la dignità detentiva, esasperando le condizioni degli istituti e la pressione sul personale.
Secondo la Uilpa, l’unica risposta possibile passa attraverso interventi urgenti: riduzione del sovraffollamento tramite misure deflattive, potenziamento degli organici, ristrutturazione degli edifici, miglioramento delle dotazioni e potenziamento dell’assistenza sanitaria. Il segretario generale non nasconde l’amarezza per l’inerzia con cui la politica, soprattutto di maggioranza, continua a rinviare ogni decisione: «Numeri così drammatici non avrebbero bisogno di ulteriori descrizioni per smuovere le coscienze della politica e suscitare interventi conseguenziali, che invece non s’intravedono».


