Il tema del carcere è stato al centro del question time al Senato, il primo per il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Se sulla faccenda sollevata da Matteo Renzi sul caso Open il Guardasigilli è stato molto incisivo nella risposta, annunciando una azione dell’Ispettorato generale, sul carcere non è entrato nel dettaglio e ha sorvolato per due motivi: mancanza di tempo per tematiche così complesse e rispetto per quanto avverrà il prossimo 6 dicembre, quando illustrerà con dovizia di particolari le sue linee programmatiche alle Camere per i prossimi cinque anni. «Ma saranno cinque anni?», si è chiesto sorridendo.

Il caso di Alfredo Cospito, anarchico al 41bis

La prima interrogazione era di Ilaria Cucchi (Alleanza Verdi e Sinistra) sul caso di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto presso il carcere di Bancali, a Sassari, e che dal 20 ottobre ha iniziato uno sciopero della fame «per denunciare le condizioni di vita in cui si trova costretto, a causa del regime cosiddetto 41-bis e contro l'ergastolo ostativo comminatogli di recente». «Questa dolorosa situazione - ha replicato Nordio – si concretizza nella protesta del detenuto contro l'ergastolo ostativo. Va precisato che il signor Cospito è sottoposto al regime speciale del 41bis, applicato con decreto del ministro della Giustizia il 4 maggio 2022 per 4 anni, a seguito del previsto iter procedimentale, con l'acquisizione dei plurimi pareri dell'autorità giudiziaria e di polizia in seguito alla sentenza della Cassazione». Infine «il ministro non ha alcun potere sulla indipendenza della giurisdizione», ha sottolineato Nordio, che ha ricordato che Cospito «ha proposto reclamo davanti al tribunale di sorveglianza di Roma, che nell'udienza di oggi si è riservato» e la decisione «è attesa ad horas».

Suicidi in carcere, Zanettin rilancia l'appello del Dubbio

Il secondo atto di sindacato ispettivo è stato presentato da Forza Italia e illustrato da Pierantonio Zanettin. Tema: suicidi in carcere, arrivati quest’anno già ad 80. Vista la curva crescente, lui e gli altri interroganti hanno scritto: «Pare evidente che su questo impressionante aumento di casi possa aver inciso una politica ispirata ad una concezione carcerocentrica della pena, che ha finito con aggravare l'annoso fenomeno del sovraffollamento degli istituti carcerari italiani». Il senatore ha poi ricordato l’appello lanciato dal Dubbio per fermare la strage di esseri umani negli istituti di pena e, sottoscrivendolo in prima persona, ha invitato tutti i colleghi parlamentari a fare lo stesso. Terza interrogazione è stata quella del Partito democratico illustrata da Andrea Giorgis e che chiedeva «quali iniziative il ministro intenda intraprendere per porre rimedio alla drammatica situazione del sovraffollamento delle nostre carceri, per assicurare una piena ed effettiva tutela della salute dei detenuti a partire da quelli psicologicamente più fragili, e per accelerare e rafforzare l’assunzione di personale».

Sovraffollamento penitenziario al al 117%

Sull’overcrowding penitenziario Nordio ha detto che al momento la popolazione detenuta è di 55.573 reclusi a fronte di una capienza di 51.333. «Il sovraffollamento è pari al 117%. Nel passato è stato anche peggio, ma di certo la situazione non è tollerabile». Sulla spending review: «Sappiamo quali siano le restrizioni economiche, le situazioni di emergenza e le precedenze che sono state date per venire incontro alle difficoltà di chi non arriva alla fine del mese per il costo delle bollette. Questo - ha osservato Nordio, ribadendo quanto affermato anche mercoledì durante un convegno della Fondazione Einaudi - non significa affatto giustificare una riduzione degli stanziamenti delle carceri ma può orientarci verso una rimodulazione delle spese all'interno del bilancio in modo da sopperire alle esigenze più pressanti. Tra queste ovviamente le carceri, intese sia come struttura, che come personale e polizia penitenziaria». Ha poi annunciato una task force per immettere in tutti gli istituti impianti di videosorveglianza.

Suicidi in cella, Nordio: il loro numero «confligge con il diritto, con la razionalità, con l'etica»

Sui suicidi, il loro numero «confligge con il diritto, con la razionalità, con l'etica». Ha poi ricordato le varie circolari del Dap, tra cui quella adottata anche con le autorità sanitarie locali, per prevenire gesti autolesionistici. Comunque, «quando esporrò le linee programmatiche per i prossimi 5 anni ci sarà un'ampia risposta e un ampio dibattito» sul tema, ha assicurato il ministro. Al Pd non è piaciuta la risposta del Guardasigilli. In replica è intervenuto il senatore Walter Verini: «Non siamo soddisfatti, Nordio si ribelli ai tagli previsti dalla manovra. Sarebbe stato meglio evitare di strizzare l’occhio agli evasori e da lì recuperare risorse per la situazione delle carceri italiane». Più diplomatico il forzista Zanettin: «Mi dichiaro soddisfatto solo per la fiducia che ho nei suoi confronti e per quei principi che tante volte ho applaudito nei convegni o in televisione mentre l’ascoltavo. Per quanto riguarda la risposta sui suicidi lei ha citato provvedimenti dei tempi recenti e meno recenti che però non hanno sortito grandi effetti. Rimando quindi a quei concetti che lei spesso ha espresso come depenalizzazione, misure alternative e la invito ad affermare quei grandi principi di natura liberale e garantista che insieme condividiamo». Sempre in tema di esecuzione penale, ieri durante una conferenza stampa a Firenze, Magistratura democratica ha presentato un documento che annuncia una serie di visite in carcere. Prima tappa Sollicciano lo scorso 25 novembre, insieme a rappresentanti della Camera penale cittadina e Antigone. «Il carcere – leggiamo - dovrebbe essere oggi solo una delle forme di esecuzione della pena: quella riservata ai delitti più gravi». Esso «non è invece la soluzione per le pene detentive brevi o, il più delle volte, per il contenimento di soggetti affetti da disturbi sociali della personalità. Per questi casi la legge prevede la presenza di strutture amministrative che si occupino della esecuzione esterna delle pene sostitutive (l’Uepe) e, nel secondo, di strutture sanitarie e socio-assistenziali che individuino e seguano un percorso terapeutico e di sostegno da affiancare alla pena (SerD, Csm). Ancora oggi queste strutture sono, però, gravemente insufficienti e prive di risorse». Per questo Md ha dato avvio «ad una serie di visite negli istituti penitenziari che, non solo la cronaca, ma ripetute denunce di addetti ai lavori, segnalano come inadatti a svolgere la funzione loro affidata dalla Costituzione».