Carceri affollate e condizioni di detenzione insostenibili. Con il problema più grande: dimenticarsi di chi è ospitato negli istituti penitenziari. A questi temi è dedicata la giornata di studi organizzata dall’Organismo congressuale forense. Appuntamento il 10 luglio a Roma, nella sede del Cnel di viale Lubin. La scelta dell’Ocf di organizzare un convegno presso il Cnel, per affrontare in modo strutturato l’emergenza carceraria italiana, nasce dalle considerazioni emerse in numerosi incontri pubblici e dalla necessità di dare risposte concrete a una situazione che si aggrava quotidianamente. «Il nostro lavoro – spiega Elisabetta Brusa, referente della “Commissione detenzione- carcere” dell’Ocf - ha documentato una situazione drammatica, caratterizzata da un numero allarmante di suicidi in carcere e da un sovraffollamento cronico che supera abbondantemente la capienza regolamentare degli istituti. Questa non è solo una questione di statistiche, ma rappresenta il fallimento sistemico nel garantire condizioni di vita dignitose ai nostri assistiti».

Giovedì avvocati, giuristi, esperti ed esponenti delle istituzioni rifletteranno sul presente e su quelle che potranno essere le prospettive future riguardanti il pianeta carcere. I lavori saranno aperti da Renato Brunetta (presidente del Cnel). Seguiranno i saluti istituzionali di Andrea Ostellari (sottosegretario alla Giustizia), Vittorio Minervini (consigliere Cnf, vicepresidente della Fondazione dell’avvocatura italiana- Fai) e Mario Scialla (coordinatore Ocf). «Abbiamo cercato di raccontare all’esterno – aggiunge l’avvocata Brusa - anche la grave situazione in cui versano le donne detenute, la minoranza delle persone dimenticate, e delle difficoltà oggettive che vivono cercando di porre l’attenzione, oltre che al tema delle mamme detenute con figli, al problema dell’allontanamento dal luogo in cui rimane il nucleo familiare della detenuta e della problematica legata all’esercizio del proprio diritto all’affettività nei confronti dei figli.

Le celle sovraffollate, prive di adeguati sistemi di ventilazione e climatizzazione, con le estati sempre più torride, si trasformano in luoghi di tortura. La combinazione tra sovraffollamento e temperature elevate crea condizioni che possono spingere alla disperazione anche chi aveva trovato un equilibrio».

Secondo il vicepresidente della Fondazione dell’avvocatura italiana, Vittorio Minervini, occorre tenere sempre alta l’attenzione sulla questione carceraria. «Grazie al lavoro che ogni giorno fa il giornale Il Dubbio – commenta Minervini -, i temi del sovraffollamento e della rieducazione dei detenuti sono portati all’esterno e vengono fatti conoscere a una platea sempre maggiore di persone, addetti ai lavori e non solo. Il Consiglio nazionale forense e la Fai hanno intrapreso da tempo un percorso molto preciso per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni. Lo dimostrano le tante iniziative organizzate in giro per l’Italia. Occorre avere la sensibilità e la determinazione nel riportare la Costituzione in carcere. Dignità e trattamenti umani negli istituti penitenziari sono principi che dobbiamo tenere sempre a mente».

Mario Scialla, coordinatore dell’Ocf, sottolinea il valore dell’iniziativa presso il Cnel. «Quella del carcere – afferma – è una vera e propria emergenza nazionale. Abbiamo deciso di mettere insieme diversi rappresentanti della politica con esperti della materia per tratteggiare la gravità di un fenomeno, ormai noto a tutti, e fare delle proposte concrete. Rivolgeremo la nostra attenzione non solo a chi vive il carcere come detenuto, ma anche a chi negli istituti penitenziari lavora e funge da collante con il mondo esterno. Penso alle associazioni e a molti enti locali sensibili alla questione, che offrono un contributo concreto nel fornire ai detenuti delle opportunità di riscatto e di affermazione di quelli che sono i principi della nostra Carta Costituzionale».