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Il sindacato di Polizia penitenziaria Osapp ha proclamato lo stato di agitazione per tutto il personale in servizio negli istituti penitenziari della Liguria, denunciando una situazione ormai «non più tollerabile». In una lettera inviata alle principali istituzioni regionali e nazionali, il segretario regionale Roberto Meli delinea un quadro allarmante: violenze, rivolte, fughe ed evasioni che segnalano un «collasso sistemico» della gestione penitenziaria.
Nel documento, indirizzato tra gli altri al Provveditorato regionale, ai prefetti di Genova, Imperia e La Spezia, al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, alla Presidenza del Consiglio e agli organi di informazione, si fa riferimento a una lunga serie di episodi critici che hanno coinvolto le carceri liguri nelle ultime settimane.
Tra i casi citati, la violenza sessuale e le sevizie subite da un detenuto nel carcere di Marassi, seguite da una rivolta che ha causato gravi danni strutturali lo scorso 4 giugno; una doppia evasione e una rivolta all’interno del carcere femminile di Pontedecimo, avvenute in assenza sia del direttore che del comandante; un’evasione a Imperia e un’altra sommossa a Sanremo, che ha portato al ricovero in ospedale di quattro detenuti.
A questi eventi si aggiungono gravi aggressioni al personale di polizia penitenziaria, come quella che ha provocato la frattura dello sterno a un agente, con una prognosi di trenta giorni. «Il personale in uniforme opera tra umiliazioni, minacce e abbandono istituzionale», si legge nella nota sindacale. «I detenuti comandano, decidono, spadroneggiano a tutto campo».
Il sindacato ha formalmente diffidato l’amministrazione penitenziaria, sia centrale che periferica, chiedendo «misure straordinarie e immediate». In mancanza di risposte concrete, l’Osapp annuncia che organizzerà conferenze stampa davanti ai principali istituti penitenziari della regione, seguite – se necessario – da sit-in all’interno delle strutture.
«La misura è colma – conclude la lettera –. Se non verranno attuate contromisure drastiche, il sistema penitenziario in Liguria rischia di diventare definitivamente ingovernabile».