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GIORGIA MELONI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI INGAZIO LA RUSSA, POLITICO
La soluzione per l’emergenza carceri sarebbe tutta nelle mani del presidente del Senato Ignazio La Russa. Com’è noto, la seconda carica dello Stato negli ultimi mesi ha aperto favorevolmente alla proposta di legge di Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata speciale. «Di questo problema del sovraffollamento ci dobbiamo assolutamente occupare. Ne ho parlato con Giorgia Meloni, so che è un tema che lei avverte in maniera importante. C’è una proposta Giachetti che non so se possa essere considerata accoglibile in toto, ma è un argomento su cui farò moral suasion perché se ne discuta»: aveva detto a metà maggio durante un convegno sulle carceri, promosso dalla comunità “La Valle di Ezechiele”, guidata da don Davide Riboldi.
Ora si apprende dalle parti di Palazzo Chigi che la premier Giorgia Meloni avrebbe detto a La Russa che se lui riuscirà a trovare una maggioranza parlamentare pronta a votare la pdl Giachetti lei non si opporrebbe. In fondo sarebbe un risultato ottenuto in Parlamento, che dunque non sarebbe possibile intestare alla premier né da parte dei detrattori né da parte dei sostenitori della liberazione anticipata speciale. Tuttavia, lo sforzo di La Russa sarebbe vanificato dal fatto che c’è uno zoccolo duro all’interno di Fratelli d’Italia contrario a qualsiasi «sconto di pena per buona condotta» e guidato dal potente sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro delle Vedove.
Eppure se davvero La Russa riuscisse a portare avanti quella moral suasion che aveva promesso i giochi sarebbero fatti. Basterebbero meno di due settimane tra Camera e Senato per approvare la proposta. Intanto Forza Italia non si tirerebbe indietro, considerato che si era già espressa a favore tempo fa, anche se poi aveva fatto marcia indietro per mantenere particolari equilibri all’interno della maggioranza. E pure all’interno del Carroccio ci sono esponenti a favore, tipo Domenico Furgiuele. Da non sottovalutare poi il fatto che pochi giorni fa il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, espressione della Lega, abbia varcato le porte di Rebibbia per andare a trovare l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che da mesi tramite la sua pagina Facebook lancia un allarme sulle condizioni di detenzione di tutti i detenuti. Inoltre non occorrerebbe neanche il voto del M5S, che si è detto sempre contrario, a differenza di tutti gli altri partiti di minoranza. Insomma non resta che aspettare la prossima mossa di La Russa anche perché il sovraffollamento è al 130 per cento e i suicidi dall’inizio dell’anno sono 37.
Sempre a proposito della pdl Giachetti, ieri è partito uno sciopero della fame a staffetta promosso da Valentina Alberta, avvocata già presidente della Camera penale di Milano, e Stefano Celli, magistrato iscritto a Magistratura democratica e vice segretario dell’Anm. Una iniziativa dal basso per «convincere il Parlamento a riesaminare urgentemente il disegno di legge Giachetti per l’allargamento temporaneo della liberazione anticipata. Non è la panacea, ma almeno costituisce uno strumento per superare l’illegalità del sovraffollamento e lenire nell’immediato le sofferenze gratuite e insensate che vengono inflitte ai detenuti, senza intaccare i principi generali e neppure la funzione della pena» scrivono nell’appello diffuso da meno di ventiquattro (può partecipare chiunque scrivendo a peruncarcereumano@gmail.com).
Tra i partecipanti allo sciopero della fame anche l’ex presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia che al Dubbio dice: «Aderisco all’iniziativa perché la situazione nelle carceri si fa sempre più drammatica». In questi mesi l’Anm è stata criticata pesantemente soprattutto dai sostenitori della riforma costituzionale della separazione delle carriere per aver organizzato un giorno di astensione con la Costituzione in mano il 27 febbraio scorso. E perché, ci siamo chiesti, non organizzare una simile protesta per difendere quello che la Costituzione già contiene, ossia l’articolo 27? Sarebbe un modo per l’Anm di rispondere ai propri detrattori dimostrando che non scioperano solo per eventuali propri interessi di categoria.
Anche su questo Santalucia si è detto d’accordo: «Per le stesse ragioni di cui parlavamo prima, ossia per una situazione che si è incancrenita nei nostri istituti di pena, credo che ogni iniziativa di pungolo, di sollecitazione rispettosa del potere politico debba essere tentata». Nessuna presa di posizione al momento da parte dei vertici dell’attuale Anm. Molto probabilmente se ne discuterà nel Comitato direttivo centrale che si terrà sabato 12 luglio. Difficile però immaginare che si arriverà a una posizione unitaria, soprattutto conoscendo le posizioni di Magistratura indipendente sull’esecuzione penale.
Contemporaneamente va avanti da ventitré giorni anche il digiuno nonviolento della presidente di Nessuno Tocchi Caino, Rita Bernardini, che ha chiesto ai parlamentari di non andare in ferie «senza prima aver riportato le carceri nella legalità costituzionale e, quindi, di aver assicurato ai detenuti un trattamento umano». Anche per questo sabato 12 luglio il Laboratorio “Spes contra spem” di NTC si terrà presso il carcere romano di Rebibbia. Vi prenderanno parte Roberto Giachetti, Walter Verini, senatore dem, Marco Scurria, senatore di Fdi, Simonetta Matone, deputata della Lega, Tommaso Calderone e Andrea Orsini, deputati di FI, Devis Dori, deputato di Avs. Lo scopo è sempre quello di far sedere intorno allo stesso tavolo esponenti di tutti i partiti politici per capire se ci sia la concreta possibilità di tirar fuori dalla commissione giustizia della Camera la proposta di Giachetti e portarla di nuovo in Aula.