Il costruttore Manfredi Catella, ceo di Coima, torna libero. Dopo l’annullamento disposto dieci giorni fa nei confronti dell’architetto Alessandro Scandurra – indagato come presunto corrotto – il Tribunale del Riesame ha deciso di annullare anche l’arresto del presunto corruttore, accogliendo il ricorso presentato dai difensori Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli.

Entrambi gli indagati erano ai domiciliari nell’ambito della maxi inchiesta sull’urbanistica milanese. Le motivazioni saranno rese note entro 45 giorni e solo in quel momento si capirà se l’annullamento sia legato alla mancanza di gravità indiziaria e alla non attualità delle esigenze cautelari.

Le accuse della Procura

Nella memoria depositata al Riesame, i pm Paolo Filippini e Marina Petruzzella avevano ribadito la sussistenza di «elementi più che gravemente indiziari» a carico di Catella, arrestato il 31 luglio con le accuse di corruzione e falso.

Secondo l’accusa, le chat rinvenute nei telefoni degli indagati dimostrerebbero che il manager «è stato sempre in strettissimo contatto con i vertici della politica e dell’amministrazione del Comune di Milano».

Il nodo delle chat sul “Pirellino”

Tra i materiali ritenuti rilevanti dai pm c’è la chat denominata “Pirellino”, relativa alle presunte pressioni esercitate sul dirigente comunale Marinoni per un progetto urbanistico. «Catella – scrivono i magistrati – ha fornito dichiarazioni confuse e incoerenti, tentando di attribuire a buona fede e trasparenza condotte contestate come atti di corruzione».

Per la Procura, le esigenze cautelari erano sussistenti anche dopo le dimissioni di Catella dalle cariche in Coima.