Se il monito di Mattarella sulle riforme ha sollevato un gran rumore attorno alla Giustizia, di certo più tiepido è stato il favore con cui si è accolto il richiamo, nel suo discorso di insediamento, al sovraffollamento nelle carceri e alla tutela della dignità. «Mattarella ha pronunciato 18 volte la parola dignità: ci sarebbe piaciuto che ci fosse una diciannovesima volta riferita agli innocenti. Dignità è anche riuscire a ridurre i mille innocenti arrestati ingiustamente e risarciti ogni anno, sono 3 al giorno, uno ogni otto ore. Dignità per un cittadino innocente è anche che quel numero venga ridotto», sottolineano Valentino Maimone e Benedetto Lattanzi, giornalisti e fondatori dell’Associazione Errori giudiziari, che pure si uniscono agli applausi con cui sono state accolte le parole del Presidente. «È stato un intervento più vigoroso del solito - concordano i due giornalisti - che ci convince e ci trova assolutamente d’accordo, in particolare il passaggio sulla riforma del Csm che, al di là del discorso delle correnti, speriamo sia effettivamente fatta: ora la palla passa al legislatore, si può applaudire Mattarella cento volte ma se poi non lavori come devi tutto resta sulla carta». «Ci aspettiamo che all’interno della riforma del Csm sia introdotta la responsabilità dei magistrati. Oggi la valutazione dei magistrati supera il 99% dei giudizi positivi, e così perde ogni efficacia e ogni validità. Inserendo nella riforma del Csm una concreta responsabilità professionale dei magistrati per quanto riguarda il tema degli errori giudiziari e delle vittime di ingiusta detenzione sarebbe un aspetto importante», ribadiscono i fondatori dell’Associazione, estensori di quel "rapporto degli orrori" sui numeri della malagiustizia pubblicato nell'aprile scorso insieme ad Enrico Costa, deputato e responsabile Giustizia di Azione. Parliamo di quasi trentamila persone ingiustamente dietro le sbarre dal 1992 al 31 dicembre 2020. Quasi mille ogni anno, uno sproposito, così come i soldi che lo Stato ha dovuto sborsare per riparare i propri errori: 870milioni. Con indennizzi per 46 milioni solo nel 2020.

Il rapporto: 30mila innocenti in carcere in 30 anni

Dal 1991 al 31 dicembre 2020 i casi di errore giudiziario sono stati 29.659, errori che sono costati agli italiani, tra indennizzi e risarcimenti, 869.754.850 euro, ovvero più di 28 milioni e 990 mila euro l’anno. Partendo da una doverosa distinzione tra vittime di ingiusta detenzione e vittime di errore giudiziario, Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone hanno snocciolato i casi città per città. La parte più corposa delle ingiustizie riguarda proprio coloro che finiti in carcere o ai domiciliari si sono visti poi riconoscere innocenti all’esito dei processi. In 28 anni è toccato a 29.452 persone, 1015 se si considera la media del singolo anno. A loro lo Stato ha versato un totale di 794 milioni e 771 mila euro in indennizzi, poco più di 27.405.915 euro l’anno. Solo nel 2020 sono state 750 le persone che hanno subito una custodia cautelare poi rivelatasi ingiusta, per una spesa di 36.958.648,64 euro. Numeri più bassi rispetto al 2019 ( 250 casi in meno), ciò anche a causa del Covid, con il conseguente rallentamento dell’attività giudiziaria, comprese le istanze di riparazione per ingiusta detenzione. Gli errori giudiziari veri e propri sono invece 207 in tutto, per un totale di 74.983.300,01 euro di risarcimenti, 2 milioni e mezzo circa l’anno. Una cifra altissima, che comprende i casi più eclatanti, ovvero quelli che hanno visto innocenti scontare pene per reati mai compiuti prima di riuscire a far valere la verità. Ci sono, ovvero, casi come quello di Giuseppe Gullotta, condannato per la strage di Alcamo e che ha passato ingiustamente 22 anni in carcere, o Angelo Massaro, anche lui rimasto in cella per un ventennio per un omicidiomai commesso. Nel solo 2020 sono stati 16 i casi di errore giudiziario. Numeri che portano la spesa complessiva del 2020 a 46 milioni. Le città che hanno speso di più in risarcimenti sono Reggio Calabria ( 7.907.008 euro), Catanzaro ( 5.584.529 euro) e Palermo ( 4.399.761 euro), mentre le città con più casi di indennizzo sono Napoli ( 101 casi, per i quali ha speso 3.105.219 euro), Reggio Calabria ( 90 casi) e Roma ( 77 casi). Nella Capitale i risarcimenti ammontano a 3.566.075 euro, mentre Milano, con 39 casi di indennizzo, ha speso 1.327.207 euro. Il distretto di Napoli è rimasto tra le prime tre posizioni per 9 anni consecutivi. E per ben sei volte su nove è stato al primo posto, detenendo il record di casi raggiunti in un anno: 211 nel 2013.