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IGNAZIO LA RUSSA PRESIDENTE DEL SENATO
Il problema più grave del sistema carcerario italiano resta il sovraffollamento, a cui si aggiunge la cosiddetta “aria ferma”, ossia l’inattività forzata a cui sono sottoposti molti detenuti. A ribadirlo è il presidente del Senato Ignazio La Russa, intervenuto a Milano al convegno “La fine del sistema infinito, il sistema carcerario”.
«Non sono disponibile a indulti e amnistie ma ho fatto il penalista e conosco bene la situazione delle carceri, e sono convinto che accanto alla certezza della pena vi debba essere la certezza che la detenzione sia scontata in condizione dì assoluta civiltà. E soprattutto, sono convinto si debba spezzare quella catena della recidiva che fa pensare a chi viene detenuto che non vi siano alternative», ha aggiunto La Russa.
«Il governo mi ha assicurato di aver approntato un piano più serio dei precedenti – ha dichiarato La Russa – e non ho motivo di dubitarne. Ma anche invertendo la tendenza, servirà tempo. Per questo ritengo utile inserire una norma emergenziale per i prossimi due o tre anni, nell’ambito di un progetto più ampio di umanizzazione della detenzione».
Secondo La Russa, l’obiettivo non è solo affrontare l’emergenza numerica, ma offrire ai detenuti un'esperienza detentiva più civile e costruttiva, che favorisca il reinserimento sociale: «So bene che una cosa è pagare per ciò che si è fatto, un’altra è il dovere di garantire condizioni dignitose e far sì che il carcere sia un’esperienza non ripetibile».
Il presidente del Senato ha richiamato la proposta Giachetti, che prevede un’estensione temporanea della liberazione anticipata per buona condotta: «Credo si debba aggiungere una condizione: non basta non fare nulla di male, bisogna fare qualcosa di positivo. Partecipare a un corso, lavorare, studiare. Mettiamo dei paletti, ma proviamo. È una mia idea personale, ma ne ho parlato con la presidente Meloni, che ha accolto la proposta come uno spunto utile per avviare un dibattito interno al centrodestra».