Dal sondaggio pubblicato sul "Corriere della Sera", a firma di Nando Pagnoncelli, la fiducia degli italiani nei confronti della magistratura è notevolmente diminuita. Il sondaggista e accademico italiano, infatti, scrive che «se negli anni 90 i giudici erano considerati eroi popolari e godevano del consenso di oltre nove cittadini su dieci, oggi solo uno su tre (32%) dichiara di avere fiducia nella magistratura. Si tratta del livello più basso di sempre, basti pensare che nel 2010 1168% si esprimeva positivamente nei confronti dei giudici e da allora in poi abbiamo registrato un calo continuo. Dunque, la maggioranza assoluta (56%) non ha fiducia nei giudici e i più critici risultano gli elettori del centrodestra: FdI 74%, Lega 65% e FI, insieme alle altre forze minori, 64%». «La fiducia prevale solo tra gli elettori del Pd (67%), mentre i pentastellati, presumibilmente a seguito delle vicende che hanno riguardato il Movimento (sospensione dell'elezione di Conte a capo e inchieste su alcuni esponenti), si dividono: 50% non ha fiducia, contro il 44% che dichiara di fidarsi. È un dato sorprendente tenuto conto del fatto che il M5S ha sempre fatto della giustizia un cavallo di battaglia» evidenzia il sondaggista.

Dalla riforma Cartabia ai quesiti referendari: l'esito del sondaggio

«Le critiche riguardano i tempi eccessivi dei processi, riconducibili alla farraginosità delle leggi (48%) e alla carenza di organico (40%), alla scarsa professionalità dei giudici alcuni dei quali si sono resi protagonisti di errori giudiziari e sentenze discutibili (27%), nonché ai comportamenti illeciti tra vertici della magistratura (25%)» afferma Pagnoncelli sul Corriere della Sera, mentre «la riforma Cartabia è stata seguita solo dal 28% dell'opinione pubblica, di cui una quota marginale (7%) ha approfondito con attenzione. Cionondimeno, lo stop alle "porte girevoli" previsto dalla riforma, ossia l'impossibilità per i giudici eventualmente eletti a cariche politiche di tornare ad esercitare l'azione penale al termine del loro mandato, incontra un consenso elevato (57%). Anche i referendum promossi dai Radicali e dalla Lega sono stati oggetto di poca attenzione: poco più di uno su tre ha seguito molto (7%) o abbastanza (28%) le notizie al riguardo». Per quanto riguarda i quesiti referendari, dal sondaggio pubblicato sul giornale di via Solferino, si evince che «prevale la propensione a votare sì per i quesiti riguardanti le candidature al Csm (23% contro u% a favore del no), l'equa valutazione dei magistrati (28% contro 12%), nonché la separazione delle funzioni dei magistrati giudicanti (36% contro 10%). Anche nel caso del quesito respinto dalla Corte costituzionale sulla responsabilità diretta dei magistrati prevalgono i sì (30% a 17%)».