PHOTO
Emergenza carceri in Italia
Altri due suicidi in due giorni nelle carceri italiane: uno a Barcellona Pozzo di Gotto e l’altro a Busto Arsizio. Nella casa circondariale “Vittorio Madia” di Barcellona Pozzo di Gottosi è tolto la vita un uomo di 48 anni, di nazionalità indiana, detenuto per un’inchiesta su maltrattamenti in famiglia. È il terzo caso registrato nell’istituto in circa sei mesi.
A Busto Arsizio un detenuto italiano, di 61 anni, in carcere da 10 giorni per l’applicazione del c. d. codice rosso si è tolto la vita nella tarda mattinata di ieri impiccandosi. Ne dà notizia il segretario generale della UilPa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio che aggiunge: «Mentre a livello complessivo è ormai imminente superamento delle 63mila presenze in carcere, a fronte di soli 46.668 posti disponibili, a Busto Arsizio, che si conferma uno dei penitenziari più sovraffollati, sono stipati 423 detenuti in 211 posti, in pratica più del doppio rispetto alla capienza, gestiti da 178 appartenenti alla Polizia penitenziaria, quando ne servirebbero almeno 315, con un deficit del 44%. In queste condizioni è inevitabile che le prigioni si trasformino in un inferno sia per chi vi è ristretto sia per chi vi sconta le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato».
A Barcellona Pozzo di Gotto nel pomeriggio di martedì, un uomo approfittando dell’assenza dei due compagni di cella, si sarebbe recato nel bagno del reparto sesto fingendo di fare la doccia. Avrebbe lasciato scorrere l’acqua per coprire i rumori, quindi usato un lenzuolo per impiccarsi nell’antibagno.
Al rientro, i compagni lo hanno trovato privo di sensi; inutile l’intervento della polizia penitenziaria e dei sanitari. La Procura ha disposto gli accertamenti di rito. Il procuratore di Barcellona, Giuseppe Verzera, ha inviato una segnalazione al ministero della Giustizia evidenziando le criticità strutturali e di sicurezza.
L’edificio nasce nel 1925 come manicomio criminale, poi Ospedale Psichiatrico Giudiziario, e in seguito è stato riconvertito in casa circondariale. Secondo il magistrato, la trasformazione è incompleta: mura perimetrali e infissi non sarebbero a norma, spazi insufficienti, reperti di telefoni cellulari, episodi di violenza e precedenti evasioni a cui i aggiunge la carenza di personale.
I dati del Dap, aggiornati al 13 agosto 2025, registrano infatti 148 morti complessive dall’inizio dell’anno, con 48 suicidi. Ma la statistica di Ristretti Orizzonti, aggiornata in tempo reale, parla di 58 suicidi e 106 morti per altre cause per un totale di 164 che hanno perso la vita dall’inizio del 2025 nelle carceri italiane.