«Assolutamente d’accordo con il Capo dello Stato» sulla «impellente necessità della riforma» del sistema elettorale del Csm, ma è anche necessario «il recupero del rigore etico da parte dei magistrati» perché «una parte di discredito» che ha investito la magistratura «è colpa degli stessi magistrati». Così all’Adnkronos il togato del Csm Giuseppe Marra, di Autonomia&Indipendenza, commentando il discorso di insediamento nell’aula di Montecitorio di Sergio Mattarella, il cui passaggio sulla riforma della giustizia e sul Csm è stato accolto da una doppia standing ovation da parte dei grandi elettori. «Sono assolutamente d’accordo con il presidente Mattarella sulla necessità, diventata ormai quasi impellente, di completare la riforma del sistema elettorale del Csm - esordisce Marra -, perché le elezioni si avvicinano, a luglio ci sarà la scadenza naturale di questa consiliatura e quindi, se non si vuole tornare a votare con la stessa legge di tre anni e mezzo fa, la peggiore in assoluto, bisogna fare subito la legge elettorale, ed eventualmente, se si riesce, anche quella dell’ordinamento giudiziario» aggiunge il consigliere togato del Csm, Giuseppe Marra. «Voglio però sottolineare che adesso si sta per fare la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario, quindi le carriere dei magistrati, nulla a che vedere con la riforma della giustizia, civile e penale, che è stata già fatta, per cui, in realtà, questo messaggio riguarda specificatamente il funzionamento del Csm, che chiaramente è importante ma è differente rispetto alle riforme processuali che sono state già approvate, e vedremo se sono state utili o meno. Ricordo che la posizione del Csm, soprattutto sulla riforma penale, è stata molto critica». «Per il resto - sottolinea Marra - sono d’accordo con il presidente Mattarella, questa riforma va fatta, ma ovviamente non sarà solo la riforma a cambiare la percezione dei magistrati nei confronti dell’opinione pubblica, ci vuole il recupero del rigore etico da parte dei magistrati. Una parte di discredito che ha colpito la magistratura è colpa dei magistrati, non si può ignorare quello che è accaduto. Quindi il richiamo che più volte il presidente Mattarella ha fatto al recupero del rigore etico dei magistrati lo sottoscrivo». Subito dopo il togato del Csm aggiunge: «Non so, sinceramente, quale sia stata la molla che ha fatto alzare in piedi tutti i deputati e senatori per applaudire in maniera così significativa il passaggio del presidente sulla giustizia. E chiaro che la giustizia non funziona, di questo ne siamo consapevoli tutti, però la giustizia, intendo il funzionamento della macchina giudiziaria, non è responsabilità dei magistrati. La macchina giudiziaria non funziona perché negli ultimi vent’anni non si sono investite adeguate risorse per farla funzionare, e i sistemi processuali, soprattutto il processo penale, a detta di tutti, anche degli avvocati, è inadeguato, non può funzionare un sistema processuale così complicato senza, peraltro, le risorse adeguate». «È chiaro - osserva - che bisogna pensare alla riforma della giustizia, ma la riforma della giustizia non è la riforma del Csm. Il Csm è qualcosa che riguarda le carriere dei magistrati, principalmente, con tutti i problemi che certamente può comportare nel funzionamento degli uffici, ma il problema della giustizia sono regole processuali più semplici, per fare i processi in maniera più veloci, e risorse adeguate. Noi abbiamo ad oggi 1.300 magistrati "vacanti" su un organico di 10.000. Per 20 anni non si sono fatte assunzioni per il personale. Le assunzioni sono partite con i ministri Orlando, Bonafede e Cartabia. Così la giustizia non funzionerebbe in nessun paese del mondo». «È chiaro che il cittadino - sottolinea ancora Marra - guarda al magistrato come al responsabile di questo sfascio, ma in realtà i primi che si lamentano siamo proprio noi magistrati, perché se dobbiamo fare giustizia con difficoltà di ogni genere…anche l’edilizia giudiziaria, ricordiamoci che due anni fa a Bari le udienze si svolgevano nelle tende. Bisogna in qualche modo cercare di capire qual è effettivamente il problema della giustizia. Il problema del Csm deve essere risolto, perché chiaramente quello che è successo porta inevitabilmente a una riflessione totale, nel senso che bisogna cambiare la legge elettorale e alcune regole di funzionamento delle carriere dei magistrati. Ma su quello siamo noi i primi a volerlo fare». Quanto ai toni del presidente Mattarella, a detta di molti più duri del solito sulla magistratura, Marra chiosa: «Non me l’aspettavo ma neanche mi ha sorpreso. Più volte il Capo dello Stato, anche in occasioni in cui ero presente, cioè in incontri con il Csm, ha sollecitato la riforma, perciò da questo punto di vista trovo coerente che l’abbia fatto adesso, perché la riforma deve essere fatta in parlamento, dunque a mio avviso Mattarella ha sollecitato il governo e il parlamento a portare a termine una riforma che diventa, a questo punto, urgente portare a conclusione. Da questo punto di vista, quindi, trovo coerente l’intervento esplicito di Mattarella e non mi lamento che abbia fatto un discorso così forte, lo trovo assolutamente legittimo». «Trovo, invece - conclude Marra - che molti commentatori confondono i problemi della riforma del Csm con la riforma della giustizia. Cambiando la legge elettorale del Csm non è che i processi andranno più veloci, questo andrebbe spiegato, altrimenti ci prendiamo ancora in giro».