Anche fuori dal Parlamento, il discorso sulla giustizia di Sergio Mattarella ha raccolto apprezzamenti. Non solo gli addetti ai lavori, ma anche chi, come nel caso di Luciano Violante, il mondo della magistratura lo conosce bene da una vita. L'ex presidente della Camera dei Deputati, in un'intervista al "Mattino" di Napoli, ha commentato le parole del Capo dello Stato a Montecitorio. «È stato un discorso attraverso il quale il presidente ha rappresentato i temi nevralgici che sono all'ordine del giorno della vita del Paese facendosi interprete dell'esigenza urgente di individuare le loro soluzioni. Alla consapevolezza del momento assolutamente delicato ha legato il richiamo al valore della responsabilità per sottolineare la necessità di procedere con dinamismo. Ecco: chi si aspettava una sorta di congelamento della situazione, magari dovuta dalla riconferma dell'elezione, è stato smentito» spiega Luciano Violante. «L'Italia oggi non può permettersi nessuna situazione di stallo: ci sono i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza che devono essere messi a terra e da settembre ci si avvierà verso la campagna elettorale per il voto del 2023. Occorre affrettarsi e produrre risultati adeguati». E aggiunge: «Trovo assolutamente significativo che sia tornato spesso al valore della dignità, come principio da garantire e obiettivo da perseguire nei vari settori della vita del Paese in una situazione così particolare e difficile. Ha parlato da uomo delle istituzioni sensibile e attento alle esigenze della comunità. Non da uomo del Palazzo». Infine, il passaggio sulla riforma del Csm, che serve a ridare credibilità agli occhi dei cittadini. «Il problema della Giustizia è fondamentale per raggiungere un più efficiente equilibrio tra i Poteri dello Stato e cittadini. Il tema dell'imprevedibilità delle decisioni è da tempo sul tappeto e in passato ha visto anche il mio impegno. Il presidente si è augurato che la riforma della giustizia giunga a completamento, affrontando il nodo del Csm, individuando nell'autonomia e nell'imparzialità della Magistratura un elemento in grado di far riacquistare la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni» sottolinea Violante. «Le relazioni tra giustizia, politica e cittadini costituiscono uno snodo essenziale della democrazia perché la politica assicura diritti, doveri e benessere alla comunità, mentre la giustizia assicura gli stessi benefici ai singoli quando appaiano messi in pericolo. Per questa ragione lo stato di salute di una democrazia dipende in buona misura dalla politica, dalla giustizia e dalle relazioni tra l'una e l'altra» conclude Violante.