Si chiama Jang Bobo, ha 38 anni, è di nazionalità cinese ed è noto alle autorità per una lunga serie di reati legati al traffico di stupefacenti. È lui il protagonista della clamorosa evasione avvenuta nelle scorse ore a Prato, dove è riuscito a fuggire dagli uffici della Squadra Mobile subito dopo l’arresto in flagranza di reato.

A rendere noto l’accaduto è stata la Procura di Prato, diretta dal procuratore Luca Tescaroli, attraverso un comunicato ufficiale in cui si sottolinea come «la fuga è stata possibile anche in considerazione dell'inadeguatezza degli organici della pur efficiente Squadra Mobile pratese, impegnata in numerose investigazioni coordinate da quest'ufficio».

Bobo, già conosciuto alle procure di Prato e Milano per spaccio e reati connessi, era stato sorpreso lo scorso 2 febbraio mentre, nonostante fosse sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, deteneva 20 grammi di metanfetamina, una pistola semiautomatica calibro .45 con cinque proiettili, armi bianche tra cui machete e pugnali, strumenti da scasso e persino una fiamma ossidrica artigianale.

Le successive indagini sui suoi telefoni avevano svelato il suo ruolo centrale all’interno di una rete criminale dedita allo spaccio, alla produzione di documenti falsi e al commercio illecito di beni di lusso, presumibilmente rubati.

Nonostante la gravità dei reati, il Gip aveva inizialmente disposto solo il divieto di dimora nelle province di Prato, Firenze e Pistoia. Una misura ritenuta inadeguata dalla Procura, che ha impugnato la decisione ottenendo dalla Cassazione, attraverso il Tribunale del Riesame di Firenze, la custodia cautelare in carcere, divenuta definitiva il 3 luglio.

Il giorno seguente, Jang Bobo è stato rintracciato e nuovamente arrestato. In suo possesso c’erano 500 grammi tra shaboo e ketamina, un bilancino di precisione, migliaia di euro in contanti, un passaporto taiwanese e due telefoni cellulari. Tutto il materiale è stato sequestrato.

Ma una volta condotto negli uffici della Squadra Mobile di Prato per le formalità, il 38enne è riuscito – sebbene ammanettato – a liberarsi e a fuggire. Le ricerche sono attualmente in corso e l’evasione ha riacceso il dibattito sulla sicurezza e sulle carenze d’organico nelle forze dell’ordine, in particolare nei contesti ad alta pressione investigativa come quello pratese.