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La Corte di Cassazione esaminerà l’8 gennaio il ricorso presentato dai legali di Gianni Alemanno, riportando al centro dell’attenzione giudiziaria uno degli ultimi capitoli del caso legato al filone “Mondo di Mezzo”. La decisione dei giudici di legittimità riguarda la condanna a 22 mesi di reclusione per traffico d’influenze, l’unica imputazione rimasta in piedi dopo l’assoluzione dell’ex sindaco di Roma da tutte le altre accuse contestate nell’inchiesta.
Alemanno, oggi leader del movimento “Indipendenza!”, si trova nel carcere di Rebibbia dal 31 dicembre scorso, giorno del suo arresto in seguito alla revoca della misura alternativa alla detenzione. La violazione delle prescrizioni imposte per lo svolgimento della pena esterna ha determinato, infatti, il suo trasferimento in istituto penitenziario, dove sta attualmente scontando la condanna.
Il ricorso è stato affidato agli avvocati Cesare Placanica ed Edoardo Albertario, che hanno contestato la decisione presa nei precedenti gradi di giudizio e chiedono alla Suprema Corte un riesame che possa mutare l’esito della vicenda. La pena inflitta riguarda uno dei rami dell’inchiesta nota mediaticamente come “Mondo di Mezzo”, che aveva coinvolto politici, imprenditori e soggetti riconducibili all’area criminale romana. Nella maggior parte delle imputazioni, Alemanno era stato assolto; il capo contestato in via definitiva rimane quello relativo al traffico d’influenze.


