Il primo Consiglio direttivo nazionale guidato dalla nuova presidenza segna un cambio di passo netto per l’Associazione italiana giovani avvocati. A Roma, la nuova governance ha tracciato con chiarezza la linea politico-programmatica del mandato, ponendo al centro del dibattito il referendum sulla separazione delle carriere e ribadendo il ruolo attivo dell’avvocatura giovane nel confronto sulla riforma della giustizia.

Ad aprire i lavori è stato il presidente Luigi Bartolomeo Terzo, che ha indicato nel manifesto dell’associazione il perno dell’impegno referendario. «Il manifesto dell'Aiga, “Separare per unire”, rappresenta la migliore manifestazione della volontà dei giovani avvocati di sostenere il Sì al referendum, illustrando in alcuni punti come la separazione delle carriere possa rafforzare il contraddittorio, l'equidistanza delle parti e la terzietà del giudice, elementi essenziali di un processo giusto ed equilibrato», ha affermato Terzo. Una posizione che, nelle intenzioni della nuova presidenza, non resterà confinata agli ambienti forensi. «Siamo e saremo in prima linea per illustrare ai cittadini le ragioni di una riforma che consideriamo cruciale per la piena attuazione del giusto processo», ha aggiunto, chiarendo che la visione dell’associazione «si fonda sulla convinzione che la distinzione ordinamentale tra giudici e pubblici ministeri rappresenti l'effettiva attuazione dell'articolo 111 della Costituzione».

Sul tema è intervenuta anche Anna Napoli, presidente Aiga sezione di Roma, che ha inquadrato la riforma come una sfida di sistema. «Vogliamo accompagnare questo percorso con responsabilità e rigore, perché una giustizia equilibrata, fondata sul contraddittorio e sulla percezione di imparzialità, è condizione essenziale per ricostruire la fiducia dei cittadini», ha spiegato. Napoli ha poi ribadito il ruolo dell’associazione nel dibattito pubblico: «Aiga continuerà a essere presidio di metodo e luogo di dibattito serio e libero».

Nel corso del Consiglio direttivo è intervenuto anche Francesco Greco, presidente del Consiglio nazionale forense, che ha spostato l’attenzione su un tema diverso ma strettamente connesso al rapporto tra professionisti e Stato. Greco ha criticato duramente la norma contenuta nel disegno di legge di bilancio, articolo 129 comma 10, che subordina la corresponsione dei compensi alla verifica della regolarità fiscale e contributiva dei liberi professionisti. Una misura che, secondo Greco, ha natura vessatoria e discriminatoria, in contrasto con il principio costituzionale di eguaglianza e con la direttiva europea 2011/7/UE sui ritardi di pagamento, determinando una ingiustificata disparità di trattamento tra chi lavora con clienti privati e chi opera per la pubblica amministrazione.

Accanto alla linea politica, il Consiglio ha definito anche l’assetto organizzativo del prossimo biennio. Durante i lavori del sabato è stata eletta la nuova giunta nazionale 2025-2027, su proposta del presidente Terzo. A guidarla sarà lo stesso Terzo, affiancato dai vicepresidenti Tito Burla e Adamo Logrieco, con Paola Diana segretaria e Antonino Musacchia tesoriere. Completano la squadra i coordinatori territoriali, i responsabili delle aree tematiche e i consiglieri nazionali, in una composizione che mira a rappresentare in modo equilibrato l’intero territorio nazionale.