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FRANCESCO GRECO AVVOCATO
Un intervento appassionato, quello del presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, che ai microfoni di Meritocrazia Italia ha difeso con convinzione la Riforma Nordio sulla separazione delle carriere in magistratura, in vista del referendum confermativo atteso nella prima metà di marzo. Una presa di posizione netta, che mette al centro non le categorie professionali, ma i cittadini, «protagonisti del processo».
Greco ha insistito sulla necessità di garantire un sistema processuale fondato sulla piena terzietà del giudice e sul riequilibrio tra accusa e difesa. «Chi è stato sottoposto a un processo non ha dubbi sulla necessità della riforma», ha affermato, attaccando la scelta della magistratura di difendere l’attuale assetto. Durissimo anche il giudizio sul presente: «Il sistema giudiziario è sgangherato». La critica ha toccato la riforma Cartabia, accusata di aver «distrutto il processo civile» trasformando il lavoro del giudice in un’attività telematica lontana dagli uffici giudiziari, e di non aver risolto i ritardi che portano l’Italia a continue condanne della Corte di Giustizia europea.
Sul punto più discusso della riforma – il sorteggio per la scelta dei componenti dei due Consigli Superiori della Magistratura, uno per i giudicanti e uno per i requirenti – Greco ha ammesso di aver inizialmente avuto dubbi. Ma oggi sostiene che il modello proposto sia «il migliore possibile». L’ANM, dice, «non ha offerto alternative» e dimentica che il CSM «non è organo di rappresentanza della magistratura», ma «organo di autogoverno». Per Greco, quindi, il sorteggio è accettabile, purché limitato a magistrati dotati di «anzianità e competenza».
A fare eco alle sue parole è stato il presidente di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello, che ha definito comprensibile la resistenza della magistratura: «Il sorteggio destabilizza chi è abituato ai meccanismi associativi». Ma ha denunciato l’attuale sistema disciplinare del CSM, che, a suo giudizio, «tende a non punire o punire poco» comportamenti scorretti, con ricadute sul diritto dei cittadini a un processo equo. «Il giudice deve essere soggetto solo alla legge», ha detto, richiamando Calamandrei, Leone e i Padri costituenti.
Greco ha poi respinto le accuse di un possibile indebolimento dell’indipendenza della magistratura: la riforma, ha spiegato, ribadisce che giudicanti e requirenti sono «inammovibili e sottoposti solo alla legge». Lancia però un’accusa frontale all’ANM, colpevole, a suo dire, di aver organizzato «comitati per il No dentro i palazzi di giustizia», comportamento che paragona a un «colpo di Stato» se compiuto da altre categorie dello Stato.






