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PALAZZO DI GIUSTIZIA ALESSANDRO CRISCUOLO DI NAPOLI, TRIBUNALE
La lettura della sentenza del processo per la fabbrica abusiva di fuochi d’artificio esplosa a Ercolano ha scatenato momenti di forte tensione nel tribunale di Napoli, dove si sono verificati disordini, lanci di sedie e tentativi di aggressione ai giudici. Una scena drammatica, segnata dal dolore e dalla rabbia dei familiari delle tre giovani vittime dell’esplosione avvenuta il 18 dicembre 2024, un episodio che aveva sconvolto l’intera comunità vesuviana.
La reazione è esplosa subito dopo che il giudice ha pronunciato il verdetto del rito abbreviato: 17 anni e 6 mesi di reclusione ai datori di lavoro della fabbrica e 4 anni al fornitore della polvere da sparo. Una decisione ritenuta troppo lieve dai familiari presenti in aula, che hanno iniziato a urlare e insultare i magistrati, rovesciando sedie e scrivanie in un crescendo di tensione. L’intervento immediato delle forze dell’ordine ha impedito che la protesta degenerasse ulteriormente e che si arrivasse al contatto fisico con i giudici.
Nell’esplosione morirono Sara e Aurora Esposito, gemelle di 26 anni, e Samuel Tafciu, appena 18 anni, di origini albanesi. Le tre giovani vittime lavoravano nella fabbrica abusiva, dove – secondo l’accusa – venivano maneggiati materiali esplosivi senza le dovute autorizzazioni né condizioni minime di sicurezza.


