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ANGELO BONELLI, POLITICO
Manca ormai solo l’ufficialità sul fatto che sarà l’ex presidente della Camera Roberto Fico a correre per il campo largo in vista delle prossime Regionali in Campania. Il faccia a faccia tra lo stesso esponente M5S, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e il commissario dem in Campania, Antonio Misiani, è servito a sciogliere gli ultimi dettagli su quel che Fico è disposto a concedere in termini di nomi in lista ed eventuali assessorati agli alleati dem, e quindi anche all’attuale presidente campano e suo acerrimo rivale Vincenzo De Luca.
Il quale insiste su un futuro ruolo nel partito regionale per il figlio Piero De Luca, attuale deputato capogruppo dem in commissione Affari europei alla Camera, e in un paio almeno di assessorati di peso. La leader del Nazareno Elly Schlein sta discutendo da giorni con i vertici del partito nazionale e locale (e quindi anche con lo stesso De Luca) per trovare una quadra, mentenendo un filo diretto con il presidente M5S Giuseppe Conte. Il quale oltre a Fico ha già incassato la candidatura dell’ex presidente INps e attuale eurodeputato Pasquale Tridico, che sarà sostenuto dal campo largo e anche dai centristi di Più Europa e Italia viva.
Presente quindi nella coalizione anche Avs, che tuttavia negli ultimi giorni sta provando ad alzare la voce circa il proprio peso specifico nella coalizione, a detta del leader dei Verdi Angelo Bonelli troppo schiacciata sul duopolio Pd- M5S. «Come Alleanza verdi sinistra sosterremo con impegno e lealtà Pasquale Tridico, che è stato designato ufficialmente come candidato presidente alle prossime elezioni regionali della Calabria dal tavolo regionale delle forze progressiste», ha spiegato Bonelli prima in una nota diramata nel weekend, e poi di nuovo ieri al Corriere», ma «vogliamo ribadire che la scelta di Pasquale Tridico, sulle cui qualità non abbiamo mai espresso dubbi, non risolve la questione politica che abbiamo posto e che per noi resta rilevante».
Secondo Bonelli infatti «per battere la destra nei territori e nel Paese occorre costruire una proposta qualificata sul terreno programmatico e plurale sul terreno della rappresentanza politica». Rimandando tuttavia la resa dei conti. «Ora è il momento di fare, con tutte le nostre forze, la campagna elettorale in Calabria e nelle altre regioni al voto - conclude - Dopo occorrerà discutere di come si costruisce una coalizione vincente, che non può essere il risultato di un rapporto duale tra Pd e M5S».
Chi non sosterrà l’ex presidente Inps è invece Azione di Carlo Calenda, che ha scelto di non appoggiare qualsiasi alleanze alle Regionali tra Pd e M5S, dopo il patto Giani-Taverna in Toscana che è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dunque Azione non sosterrà nemmeno Fico, e anzi in Campania Calenda apre a una possibile alleanza con il centrodestra, a patto che il candidato sia «un moderato liberale con proposte sensate».
Lo schema è quello di un tentativo da parte di Forza Italia di “tirare la corda” per ottenere la candidatura in quota Noi Moderati di Mara Carfagna, la quale al momento se la gioca nella partita tutta interna alla coalizione con il viceministro agli Esteri, Edmondo Cirielli, di Fd’I. Un tentativo al quale Calenda risponde presente, essendo tra l’altro Carfagna passata da pochi mesi alla corte di Maurizio Lupi dopo aver dato il benservito allo stesso Calenda. «In politica gli spettatori stanno in platea fuori dalla scena, ma se si vuole essere protagonisti bisogna stare in campo - è stato il messaggio lanciato nel fine settimana dal capogruppo azzurro in Senato, Maurizio Gasparri - E i riformisti non possono che confrontarsi con il centrodestra: quelli dell’altro versante stanno tutti alla ricerca della prossima sede del Leoncavallo o lavorano a un mondo ridotto alla luce delle candele e ai rifiuti per strada».
Un segnale evidentemente colto da Calenda il quale, una volta ufficializzato il nome scelto dal centrodestra dovrà decidere se essere o meno della partita.