Gli elettori sloveni hanno respinto la legge che avrebbe consentito ai malati terminali di ricorrere alla morte assistita. Nel referendum odierno, richiesto dagli oppositori dopo la raccolta di oltre 40mila firme, circa il 53% dei votanti si è espresso contro, mentre il 46% ha sostenuto la norma approvata dal Parlamento a luglio. I voti contrari superano la soglia prevista dalla legge elettorale, secondo cui il “no” deve rappresentare almeno il 20% degli aventi diritto. L’affluenza si è attestata intorno al 50%.

La normativa avrebbe riconosciuto alle persone mentalmente competenti, senza possibilità di guarigione o afflitte da un dolore insopportabile, il diritto di porre fine autonomamente alla propria vita tramite l’autosomministrazione di un farmaco letale. Il percorso avrebbe richiesto l’approvazione di due medici e un periodo di consultazione, escludendo le persone affette da malattie mentali.

Il governo liberale del premier Robert Golob aveva sostenuto la legge, considerandola uno strumento per garantire dignità ai pazienti e consentire loro di decidere in autonomia come e quando porre fine alle sofferenze. Dall’altra parte si erano schierati gruppi conservatori, alcune associazioni mediche e la Chiesa cattolica, che ritenevano la norma in contrasto con la Costituzione slovena e chiedevano un potenziamento delle cure palliative.