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ELON MUSK GIORGIA MELONI ANDREA STROPPA REFERENTE DI ELON MUSK IN ITALIA
«Credo sia tutto fermo da almeno sei mesi o più». Con queste parole Andrea Stroppa, referente di Elon Musk per l’Italia, commenta lo stato del progetto nazionale di una costellazione satellitare. In un’intervista a La Stampa, Stroppa spiega che il ministro Urso ha recentemente annunciato l’intenzione di costruire una rete di satelliti a bassa orbita per uso governativo e militare entro cinque anni, senza l’aiuto di Starlink e SpaceX.
«Da cittadino sono orgoglioso. Ma da tecnico, mi chiedo con quali lanciatori si pensi di portare in orbita questi satelliti», osserva Stroppa. La domanda apre una riflessione più ampia: chi costruirà i satelliti? Chi gestirà hardware e certificazioni? La burocrazia tecnica e industriale legata al settore spaziale è complessa e richiede tempi lunghi, anni in certi casi, soprattutto se si intende operare su aerei o navi, come previsto per gli scenari della Difesa.
Secondo Stroppa, il paragone con Amazon Kuiper è illuminante: «In sei anni hanno lanciato 27 satelliti sperimentali con 10 miliardi di investimento e 1.500 ingegneri, molti dei quali provenienti da SpaceX. E ancora non possono installarli su mezzi mobili». Intanto, Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Ucraina si affidano pubblicamente a Starlink per attività critiche. «E altri lo fanno in silenzio», aggiunge.
Sulla possibile alternativa europea, Stroppa è netto: «Eutelsat non è un vero concorrente di Starlink. Molti dei suoi satelliti sono lanciati da razzi extra-NATO, quindi non idonei a garantire standard di sicurezza militare. Gli ultimi, paradossalmente, li ha lanciati proprio SpaceX».
E l’Italia? Sembrava vicina a un’intesa con Starlink: «In questi mesi ho apprezzato il realismo del ministro Crosetto, del generale Goretti, della Marina e degli Esteri. Tutti hanno riconosciuto la necessità immediata di questa tecnologia. Anche Leonardo ha smentito pubblicamente i dubbi su rischi per la sicurezza nazionale». Una soluzione ponte con Starlink, in attesa della rete nazionale, «sarebbe ragionevole», suggerisce.
Ma allora, cosa blocca il processo? Stroppa non ha una risposta precisa: «Musk ha già detto tutto. Se l’Italia adottasse Starlink, sarebbe il Paese più avanzato in Europa nelle comunicazioni satellitari. E altri Stati lo chiederebbero in prestito». Ma al momento, il progetto nazionale è fermo sulla rampa di lancio. E senza razzi, sottolinea il tecnico, «non si va nello spazio».