La pubblicazione online di immagini manipolate e corredate da insulti sessisti, molte delle quali riguardanti parlamentari e la premier Giorgia Meloni, ha riacceso il dibattito sulla sicurezza digitale e sulla protezione della dignità personale in rete. Meloni si è detta «disgustata» e ha chiesto che i responsabili vengano puniti «senza sconti». La vicenda ha accelerato l’apertura di nuovi fronti legislativi, con iniziative trasversali già pronte a Montecitorio e Palazzo Madama.

Proposte di legge in campo

Forza Italia spinge per calendarizzare un ddl già presentato a maggio dai senatori Gasparri e Zanettin, che mira a individuare le responsabilità oggettive delle piattaforme digitali. Italia Viva, con la senatrice Raffaella Paita, propone una discussione nell’ambito della Commissione Segre. Da Noi Moderati, Mara Carfagna annuncia una legge per riconoscere voce, immagine e fisionomia come beni giuridicamente protetti, con sanzioni e risarcimenti in caso di uso illecito. Da Avs, Fiorella Zabatta rilancia l’idea di un «diritto d’autore personale» sul corpo e sui tratti somatici, così da rendere penalmente perseguibile la pubblicazione non consensuale.

Identità digitale e protezione dei minori

Il tema dell’identità digitale divide ma avanza. Per il M5S, Alessandra Maiorino invoca educazione affettiva e sessuale nelle scuole, oltre a divieti effettivi di accesso ai siti pornografici senza certificazione autentica. Il deputato dem Piero De Luca ha depositato una proposta di legge che introduce l’obbligo di identità digitale per navigare sul web: «Stop all’anonimato online, ma anche educazione digitale nelle scuole. È una battaglia culturale e giuridica che ci riguarda tutti». La convergenza appare ampia: Pd, Avs, FI, Iv, FdI e M5S chiedono norme più severe per fermare un fenomeno che colpisce tanto i personaggi pubblici quanto i cittadini comuni.