«Noi siamo un partito responsabile, per questo ascolteremo il governo. Ma la priorità nel Paese è la riforma della Costituzione?». Elly Schlein indica alla segreteria dem la linea da tenere sulle riforme istituzionali annunciate da Giorgia Meloni: presentarsi al tavolo convocato domani dalla premier senza però recedere di un millimetro.

No al presidenzialismo e al premierato, no all’autonomia differenziata concepita dal leghista Roberto Calderoli. Possibile dialogo solo sull'ipotesi di cancellierato alla tedesca, corredato da un pacchetto di norme che comprende anche la sfiducia costruttiva. Con questi paletti, la delegazione Pd - composta, oltre che dalla segreteria, dai i capigruppo di Camera e Senato, Francesco Boccia e Chiara Braga, e dal responsabile Riforme e Pnrr, Alessandro Alfieri - si presenterà a Palazzo Chigi.

«Ci confronteremo sui temi e porteremo una posizione», ha detto ai suoi Schlein, «ma la convocazione non sia un modo per distrarre l’attenzione sui temi che interessano le persone e le necessità del Paese: lavoro, sanità, Pnrr». Sì, perché la convinzione, dalle parti del Nazareno, è che l’esecutivo voglia mettere sul fuoco tanta di quella carne da creare un fumo impenetrabile capace di nascondere i dossier più delicati e complicati.

«Il sospetto è che il governo cerchi di spostare l'attenzione, quasi un alibi, rispetto ai problemi veri che ci sono sul tavolo», hanno riferito all’AdnKronos alcuni membri della segreteria. E poi: «Quali sono le regole di ingaggio di questi incontri, quelle che si avanti comunque anche senza opposizioni?». Ai dem infatti non è piaciuto affatto l’atteggiamento del vice premier azzurro Antonio Tajani, che ieri ha dichiarato: «Se l’opposizione farà muro, noi andremo avanti lo stesso, poi ci sarà il referendum».

Un concetto ribato anche dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che a SkyTg24 ha dichiarato: «L'Italia ha bisogno di stabilità, domani sarò anch'io al tavolo. Speriamo che non ci sia un muro contro muro», perché le riforme vanno fatte e «non andremo con una soluzione preconfezionata, sulla formula possiamo ragionare». Ma «Se ci sarà un niet, chiaramente andremo avanti da soli, ma questo non è il nostro obiettivo», ha spiegato Ciriani.

Insomma, il clima sembra tutt’altro che sereno e difficilmente le parti riusciranno a trovare un punto di caduta con queste premesse. Schlein non vuole mollare la presa e non sembra affatto preoccupata dalle defezioni che in queste settimane stanno interessando il Pd. La segretaria dem ha vinto il congresso e vuole esercitare il suo ruolo nel pieno dei suoi poteri. E domani, nel corso del primo faccia a faccia con la leader del governo, dovrà scoprire qualche carta in più.