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Salvini Viminale
Nessun nome ufficiale. Nei minuti in cui tutti pensavano che dopo il flop Casellati si tornasse all'ipotesi Mattarella o Draghi (o Casini), Matteo Salvini si limita a rilanciare «una donna» al Quirinale. Accerchiato dai giornalisti fuori da Montecitorio, il leader della Lega assicura fiducioso: «Ho avuto diversi incontri in giornata, sto lavorando, conto che a breve ci sia una presidente donna in gamba». Un'ipotesi confermata a stretto giro di posta da Giuseppe Conte. Al tavolo delle trattative c’è stato «non solo un nome femminile, più di un nome femminile. Perché l’Italia ha tantissime risorse che meritano di essere elevate a quest’alta carica», dice il leader M5S. «Invito anche le altre forze politiche a valutare di introdurre questo elemento di innovazione del sistema politico, perché sarebbe la prima volta nella storia» per un Presidente donna, aggiunge Conte. E qui, tornano in ballo i nomi dell’ex segretario generale della Farnesina ed attuale direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), Elisabetta Belloni, oltre che del ministro della Giustizia, Marta Cartabia, e della presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione (Sna), Paola Severino. La partita, comunque, è ancora aperta e può riservare altre sorprese. Ci potrebbero essere nelle prossime ore ulteriori colloqui ai massimi livelli: in serata fonti della Lega hanno dovuto smentire un presunto incontro tra lo stesso Salvini ed il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Naturalmente, resta in campo per il Quirinale la terna composta da Sergio Mattarella (sponsorizzato in particolare dai grandi elettori del centrosinistra e che sta ottenendo in questi istanti numerosi consensi durante il sesto scrutinio), ancora Draghi e Pier Ferdinando Casini. Il suicidio annunciato del centrodestra con la candidatura di Casellati potrebbe aver paradossalmente sbloccato la situazione dopo cinque giorni di stallo. La decisione di “bruciare” la seconda carica dello Stato ha infatti cambiato direzione alla lunga telenovela della quirinaleide. E comincia a decollare il dialogo tra le coalizioni per raggiungere un’intesa condivisa. In prima linea, ancora una volta, un Matteo Salvini particolarmente attivo, come dimostrano i colloqui avuti nel pomeriggio con il numero uno pentastellato, Giuseppe Conte, con il segretario del Partito democratico, Enrico Letta. E con Mario Draghi. Il fronte progressista, costituito da M5s, Pd, Leu avrebbe proposto al centrodestra un elenco di nomi tra cui quelli di Sergio Mattarella, Mario Draghi e Pier Ferdinando Casini, anche se l’impressione è quella di una spinta crescente per la rielezione dell’attuale inquilino del Quirinale. I negoziati andranno avanti nelle prossime ore, in vista del settimo scrutinio in programma domani mattina, alle 9:30, nell’Aula di Montecitorio. «Al lavoro per dare una risposta positiva al Paese, di alto livello e al di fuori dei partiti, superando veti e perdite di tempo», è quanto fanno trapelare fonti del Carroccio. «Non per colpa nostra sono passati i primi quattro-cinque giorni in giri a vuoto che ci obbligano adesso a cominciare. Faremo di tutto per trovare una soluzione rapidamente, ma anche una buona soluzione», le parole pronunciate da Letta, che decide di «non fare nomi». «Ci sono varie opzioni - spiega - bisogna che maturino le condizioni politiche per fare le intese, bisogna che ognuno faccia un passo avanti. La soluzione passa attraverso il fatto che tutti accettiamo che tutti siamo vincitori e che non c’è un solo vincitore». Salvini? «L’ho trovato bene, abbiamo discusso in modo franco e aperto e continueremo a farlo», assicura. E poi si dice dispiaciuto «che sulla seconda carica dello Stato sia andata così. La seconda carica dello Stato non merita che le cose siano andate così, questo mi dispiace».