«L’errore del governo sul caso Almasri non è giuridico, ma politico: hanno raccontato bugie al Parlamento». Così Matteo Renzi, leader di Italia Viva, durante un intervento a Omnibus su La7, ha affondato il colpo contro l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Al centro dell’attacco, la gestione della scarcerazione e del rimpatrio di Mohamed Almasri, accusato di crimini gravissimi, tra cui stupri su minori, omicidi e tratta di esseri umani. «Sono venuti in Parlamento e hanno raccontato – soprattutto Nordio – una caterva di bugie. Questo non è un reato, ma è un fatto politico grave», ha dichiarato Renzi.

L’ex premier ha poi ipotizzato uno scenario alternativo: «Se avessero messo il segreto di Stato, sarebbe stato legittimo, pur se non condivisibile. Invece no: hanno scelto di raccontare fregnacce. Dalle carte emerge chiaramente che Meloni fa la bella statuina».

Renzi ha precisato che i giudici non procedono contro Meloni perché, secondo le analisi documentali, non risulta coinvolta direttamente nelle decisioni sul caso. Ma ha anche aggiunto: «Se davvero non se ne è occupata, è ancora peggio: abbiamo una presidente del Consiglio fotogenica, che fa selfie e reel, ma il governo lo guida Mantovano, tirando i fili e facendo apparire Nordio un comprimario».

L’attacco si è allargato anche alla gestione istituzionale complessiva: «Quando Meloni dice che i magistrati la sabotano, ha ragione. E i sabotatori sono interni: Mantovano, toga bruna; Nordio; e la sua capo di gabinetto Bartolozzi, la cui impronta su questa vicenda è evidente».

Infine, l’affondo più diretto: «Questo governo è così pasticcione che chi organizza sagre nei paesi lo fa con maggiore professionalità. E questi sarebbero quelli che gestiscono la sicurezza nazionale, le tasse, i dazi? Ma vi rendete conto?».