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Alla Camera dei deputati è andata in scena una sorta di competizione all'iniziativa più plateale per denunciare le sistematiche uccisioni di civili palestinesi da parte dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Protagonisti sono stati Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle. Con la crisi mediorientale sullo sfondo, i due partiti dell’opposizione si sono sfidati a distanza in una tenzone tutta interna al campo largo sul terreno della visibilità e della radicalità.
Da una parte Fratoianni e Bonelli che, in conferenza stampa alla Camera, hanno annunciato l’intenzione di segnalare il governo italiano alla Corte penale internazionale per «complicità nel genocidio in corso a Gaza». Dall’altra, il gruppo parlamentare M5S che, durante il question time, ha trasformato l’Aula in un flash mob silenzioso: tutti vestiti con i colori della bandiera palestinese, composti in modo da ricrearla visivamente tra i banchi.
Una scelta studiata, rivendicata pubblicamente: «La bandiera ce l’avrebbero tolta, l’abbiamo indossata», ha scritto Giuseppe Conte su X. Due forme diverse, un unico obiettivo: occupare lo spazio politico e mediatico che la tragedia di Gaza inevitabilmente e mestamente apre. Fratoianni attacca nel suo intervento in Aula: «Non siamo amici di chi compie crimini contro l’umanità. Di fronte al genocidio, alla deportazione, alla pulizia etnica, occorre essere conseguenti. Fate qualcosa, voi che potete». E se «per molto meno nella storia si sono fatte guerre, oggi», accusa il deputato Avs, « non si riesce nemmeno a sospendere una partita di calcio tra Italia e Israele».
Parole che accompagnano l’altra mossa del giorno, quella destinata a pesare simbolicamente di più: la denuncia alla Cpi, formalizzata dai leader Avs in nome della responsabilità «politica e giuridica» del governo Meloni. Secondo Bonelli, «l’accordo di cooperazione militare con Israele rende più efficiente il sistema bellico che oggi bombarda Gaza». E ancora: «Questo dramma lo abbiamo visto coi nostri occhi al valico di Rafah. Non vogliamo che il nostro Paese sia complice, che gli italiani si allineino alla morte». Una scelta che, nelle intenzioni, punta a scuotere le istituzioni e costringere l’esecutivo a «fare ciò che finora non ha fatto: rompere l’accordo militare, applicare sanzioni, ristabilire la legalità internazionale».
Ma il palcoscenico dell’Aula non è rimasto vuoto. Mentre Avs parlava ai cronisti, i deputati del M5s preparavano la loro azione visiva. Ricciardi, capogruppo alla Camera, ha spiegato il gesto con parole durissime: «Questa non è più solo la bandiera della Palestina, è la bandiera universale di chi lotta per l’umanità. Voi siete colpevoli, per sempre, di non essere stati umani. Avete stretto la mano a un genocida, sostenuto il più grande sterminio di questo secolo». Ricciardi ha citato anche un giovane poeta palestinese, Haidar Al Ghazali, evocando la morte di una bambina come simbolo dell’orrore quotidiano: «Ti hanno uccisa come si uccidono le farfalle».
Per i 5 Stelle, che chiedono da mesi il riconoscimento dello Stato di Palestina e lo stop agli accordi militari con Israele, è anche l’occasione per rimarcare la loro distanza rispetto al governo. «Siamo oltre il genocidio», ha detto ancora Ricciardi. «Non esiste una parola nel vocabolario per definire quello che sta accadendo a Gaza». Non è mancata, infine, la reazione irritata della maggioranza, che ha bollato tutto come uno show politico. Secco il commento di Fratelli d’Italia: «Nessuna umanità, solo una messa in scena. Il Parlamento non è il vostro palcoscenico».
In effetti, al di là delle intenzioni pur nobili dichiarate, è lecito chiedersi se la rincorsa a chi grida più forte o a chi fa l’azione più clamorosa, la denuncia più estrema, la citazione più straziante aiuti realmente la causa palestinese o serva in realtà a marcare il territorio e ridisegnare i rapporti di forza nel campo progressista.