Matteo Renzi ha un'idea precisa su Mario Draghi e il suo futuro al Quirinale. Dopo averlo portato a Palazzo Chigi, scalzando Giuseppe Conte e i Cinque stelle, il leader (e segretario) di Italia viva, in un'intervista al Corriere della Sera, suggerisce le linee guida per nominare "Super Mario" quale successore di Sergio Mattarella. «I cittadini si aspettano di vaccinarsi velocemente e di convivere con il virus come siamo destinati a fare. Il quorum al primo scrutinio è arduo da raggiungere. L'elezione del capo dello Stato richiede intelligenza politica: Bersani nel 2013 bruciò Marini insistendo per riuscirci alla prima. Che sia eletto lunedì 24 o giovedì 27 cambia poco: deve starci sette anni, cosa vuole che siano tre giorni in più?».

Renzi e le elezioni anticipate

Secondo Renzi, alcuni partiti, tra questi Fratelli d'Italia, Pd e M5S, avrebbero intenzione di andare al voto dopo la "partita" del Colle per meri interessi personali. «Meloni ha bisogno delle elezioni perché ha iniziato il calo nei sondaggi. La crisi di Conte è conclamata e Di Maio aspetta solo le Amministrative di primavera per fargli le scarpe. Quanto a Letta, se non si vota deve fare il congresso e vincere le primarie, esercizio nel quale non ha grande esperienza. Loro vogliono il voto anticipato per esigenze personali. Io penso che invece le elezioni vadano fatte a fine pandemia e con il Pnrr impostato, nel 2023. Dopo di che Draghi sarebbe un perfetto presidente della Repubblica come è stato un perfetto premier. Se vogliamo mandarlo al Colle, tuttavia, serve la politica. Perché l'arrivo di Draghi non è stata una sconfitta della politica ma un capolavoro della politica».

Renzi, Draghi e il Quirinale

Il senatore, nonché ex premier, non è titubante su Draghi, che ritiene sia «un punto di forza di questo Paese, ma «se vogliamo mantenerlo a Palazzo Chigi gli va data massima agibilità politica. Se vogliamo che stia al Colle va costruita una maggioranza presidenziale, ma anche una maggioranza politica per il governo del dopo. Per farlo serve una iniziativa politica non tweet a caso» e aggiunge che «senza di noi è proprio impossibile fare un nuovo governo. Siamo i garanti della prosecuzione della legislatura fino a scadenza naturale». E punta a costruire un'alleanza di centro con Toti e Brugnaro.

Il rapporto tra Berlusconi e Renzi (e le bordate a D'Alema)

Renzi, tuttavia, non si nasconde su Berlusconi che dice non vederlo da sette anni, ma di averlo sentito l'ultima volta ad agosto. «Silvio al Colle? Lui ci crede, pare. Il resto del mondo ci crede molto meno» e ritiene che il centrodestra abbia i numeri ma non una strategia. Infine, D'Alema, Conte e le conferenze in giro per il mondo. Quanto al primo, Matteo Renzi afferma che «se io sono il malato, non mi curi il dottor D'Alema con le sue ricette e con i suoi ventilatori cinesi mal funzionanti, ma ben pagati dal commissario Arcuri. Se i riformisti del Pd vogliono D'Alema e considerano un male ciò che abbiamo fatto su tasse, industria 4.0, lavoro, sociale, diritti civili è un problema loro, non mio. In tutto il mondo la sinistra diventa riformista, solo da noi diventa dalemiana. D'Alema che rientra nel Pd spiega in un solo gesto perché ha un senso Italia viva». Mentre l'ex premier grillino «non posta manco i voti dei parenti», dichiara al Corriere della Sera, il senatore di Firenze. E conclude così: «Non sono un lobbista. Faccio conferenze, sono membro di advisory board, insegno in università straniere. II tutto nel rispetto della legge. Le mie attività non mi hanno impedito di essere protagonista della vita parlamentare in questa legislatura in almeno due circostanze: dopo il Papeete per mandare "a casa" Salvini, lo scorso anno per mandare a casa Conte. Continuerò a fare quello che la legge mi permette di fare e lunedì inizio il mio nuovo corso alla Stanford University. Si preoccupino di chi ha preso tangenti sugli appalti Covid, non delle mie legittime attività internazionali».