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ELLY SCHLEIN, SEGRETARIA DEL PD
Il gran cerimoniere è Giorgio Gori, ex sindaco di Bergamo e oggi europarlamentare con una visione piuttosto distante da quella della segretaria Elly Schlein, per usare un eufemismo. Ma ci sono tanti altri nomi del riformismo dem, dalla vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, al presidente del Copasir Lorenzo Guerini, da Marianna Madia a Simona Malpezzi, da Walter Verini a Lia Quartapelle. La location è quella dei Bagni Misteriosi del Teatro Parenti di Milano, il nome dell'evento è “Crescere. Il contributo dei riformisti”, l’obiettivo è riunire tutti i “malpancisti” nei confronti della linea «testardamente unitaria» del Nazareno nei confronti del M5S parlando di salari, lavoro, innovazione, difesa. E per non «appaltare» le istanze riformiste ad altri, vedi la neonata rete civica dell’assessore romano Alessandro Onorato, coadiuvato dalla sindaca di Genova Silvia Salis e dal primo cittadini di Napoli, Gaetano Manfredi. Ma anche alle iniziative di Ernesto Maria Ruffini, all’anti- bipopulismo di Carlo Calenda e alla tenda riformista di Matteo Renzi.
«Vanno bene tutti, però io sono nel Pd e penso che il riformismo non può essere esternalizzato, non può essere appaltato a qualcun altro perché il Pd nasce con questa matrice culturale fondamentale e noi la vogliamo rappresentare nel Pd», spiega Gori.
In platea ci sono anche Filippo Sensi, Alfredo Bazoli e Graziano Delrio. «Siamo qui per dare un contributo al Pd e per renderlo più forte, non siamo qua per mettere in discussione la leadership di nessuno ma per rafforzare l’azione che con la leadership, ossia la segretaria Schlein, possiamo realizzare a favore del Pd e dell’alleanza di centrosinistra - dice Guerini - Il Pd è nato sulla libertà della discussione e sulla capacità di mettere insieme culture diverse, è sempre stato un punto di forza e deve continuare a esserlo. Abbiamo bisogno di un’alleanza ampia e larga come la legge elettorale richiede». «Nessuno - ha concluso Guerini - mette in discussione il lavoro fatto per unire le opposizioni, un punto di partenza necessario ma non sufficiente. Ora serve un lavoro comune per creare un’alternativa di governo».
Alternativa di governo a cui al Nazareno lavorano da mesi, ma che secondo diversi pezzi da 90 del partito non è ancora «credibile». Ed è proprio per discutere della linea del Pd che le tre correnti che hanno sostenuto Schlein al Congresso si riuniranno a Montepulciano dal 28 al 30 novembre.
A organizzare l’evento Areadem di Dario Franceschini, che sta lavorando all’organizzazione delle giornate di Montepulciano con Michela Di Biase e Alberto Losacco; l’area Dems, che guarda ad Andrea Orlando, con Peppe Provenzano e Marco Sarracino; Articolo 1, con Roberto Speranza e Nico Stumpo.
Ma non può essere un caso il fatto che la notizia è uscita proprio nel giorno della reunion riformista di Milano, la quale si è staccata definitivamente dall’ex coordinatore della minoranza interna Stefano Bonaccini.
Tale “movimentismo” interno farebbe pensare a una accelerazione verso il congresso, ma fonti impegnate nell’organizzazione dell’iniziativa di Montepulciano giurano che non c’è la volontà di accelerare né di mettere i bastoni tra le ruote ad alcun processo. In realtà, l’idea di fare rete fra le varie anime della maggioranza dem era stata avanzata già nella primavera scorsa, quando si era ipotizzato di tenere una assemblea proprio per discutere di partito e linea politica.
Ma la mancanza di chiarimenti interni, della convocazione dell’assemblea e della segreteria è proprio uno degli aspetti che i riformisti rimproverano a Schlein. Così come la linea troppo schiacciata verso il M5S. «Risulta difficile non vedere nella testardaggine un limite alla stessa unità, credo non sia più rinviabile una sintesi e una guida chiara», ha detto ieri Picierno ipotizzando di fatto la defenestrazione politica di Schlein. Che nel frattempo resta a guardare e si concentra sulle elezioni in Campania. Perché una sconfitta di Roberto Fico, quella sì che accelererebbe l’iter verso il Congresso.


