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IMAGOECONOMICA
Una lettera dai toni aspri, inviata da Marina Berlusconi a Repubblica, potrebbe aprire una nuova stagione nei rapporti tra Forza Italia e FdI, che negli ultimi mesi hanno vissuto un periodo tumultuoso. La primogenita del Cavaliere, infatti, ha sentito il bisogno di smentire un retroscena pubblicato dal quotidiano romano nei giorni scorsi, in cui si tracciava un fil rouge tra la visita resagli da Mario Draghi, alcune sue prese di posizione degli ultimi tempi contro la linea del governo Meloni sui diritti civili, e le polemiche con Palazzo Chigi per le ipotesi di ospitate nelle reti Mediaset per Maria Rosaria Boccia, dopo la vicenda Sangiuliano.
Nelle sue ricostruzioni, Repubblica aggiungeva un ulteriore elemento, e cioè la presunta insoddisfazione degli eredi Berlusconi per la leadership di Forza Italia da parte di Antonio Tajani, ritenuta troppo remissiva nei confronti del presidente del Consiglio. Sarà forse stato il riferimento al ministro degli Esteri a spingere Marina a prendere carta e penna, perché prima di due giorni fa, di fronte a una serie di retroscena molto simili a quello pubblicato dal quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, non aveva sentito l'esigenza di contestarli.
Stavolta, invece, c'è stato un attacco energico, nel quale ha affermato di non poter «continuare a tollerare presunte ricostruzioni che non hanno il minimo contatto con la realtà». Riguardo all'opinione su Meloni e Tajani, Berlusconi ha sottolineato che questa è «l'esatto contrario» di quella riferita dal retroscena in questione, e nel corso della giornata questa sua messa a punto è stata citata in più di una dichiarazione di esponenti del partito azzurro, per ribadire la concordia tra il gruppo dirigente azzurro e gli eredi del Cavaliere e per mettere in evidenza la lealtà di Fi verso gli alleati e Giorgia Meloni.
Eppure, le vette di tensione che sono state toccate nel corso dell'estate tra il segretario di Forza Italia e Palazzo Chigi (per non parlare della Lega) sulla questione ius scholae possono verosimilmente essere messe in rapporto con un'intervista (curiosamente concessa allo stesso quotidiano destinatario della smentita di ieri) dello scorso 31 maggio, in cui Marina Berlusconi dichiarava di essere «più in sintonia con la sinistra» su temi come «aborto, fine vita o diritti Lgbtq», ai quali evidentemente è stata aggiunta la cittadinanza.
Anche se la cosa non era competenza diretta di Marina, il picco di tensione tra la famiglia Berlusconi e Palazzo Chigi è stato toccato quando è esploso il caso Boccia-Sangiuliano, con l'imprenditrice campana data per ospite certa a Mediaset e una velina veicolata dallo staff della premier in cui si definiva tale scelta un “atto ostile”. Sempre sul fronte dell'azienda guidata da Piersilvio Berlusconi, non è certo passata inosservata la campagna di spot sulle reti del Biscione a favore dei diritti civili e delle libertà, al netto di tutti i rumors che attribuivano agli eredi del Cavaliere pressioni su Tajani per non appiattirsi sulla linea di Lega e FdI.
Negli ultimi giorni, però, il clima sembra cambiato: una settimana fa c'è stato un incontro a tre Tajani-Confalonieri-Gianni Letta negli uffici romani di quest'ultimo, nell'appressarsi del delicato dossier delle nomine Rai e dell'impostazione della Legge di Bilancio, che certamente conterrà delle parti di interesse per le aziende di famiglia.
Poi, c'è stato il vis-à-vis Draghi-Meloni nella sede del governo mercoledì scorso, e la sintonia tra i due sulla possibilità di un debito comune europeo e sulla ricetta dell'ex-numero uno della Bce per la competitività. Nello stesso giorno, la presidente del Consiglio ha parlato all'assemblea di Confindustria, rinsaldando il rapporto con gli imprenditori, e il giorno prima c’era stata la presentazione della nuova Commissione europea ad opera di Ursula von der Leyen, che vede i Conservatori capitanati dalla premier, con Raffaele Fitto vicepresidente, in una posizione ora più vicina a Ursula von der Leyen rispetto a luglio, quando l'Ecr votò contro la riconferma della politica tedesca. Premesse, forse, della volontà dei Berlusconi di sgomberare il campo da dissapori o presunti tali con la leader di FdI, una volontà che non era stata finora così forte.