«In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical- chic senza chic». Il nuovo fronte di crisi in casa Pd era pronto da tempo. Ma ora tra la segretaria Elly Schlein e il governatore della Campania Vincenzo De Luca è guerra aperta, col governatore che senza timori scrive su Facebook mesaggi poco lusinghieri nei confronti della leader dem.

Lo scontro, del resto, è stato forte fin dalle primarie in cui De Luca si è schierato con tutto il suo gruppo dirigente a sostegno di Stefano Bonaccini, perdendo la competizione. E poi stilettate continue, spaziando dalla sanità al salario minimo, fino alla guerra fredda sul possibile terzo mandato del presidente. Le ultime elezioni amministrative hanno segnato, infine, il punto di non ritorno. I risultati sotto le aspettative registrate dal Pd, che ha tenuto quasi soltanto in Campania, hanno convinto Schlein a chiudersi nel fortino con i suoi provando ad evitare ogni tipo di logoramento proveniente dai territori e dai De Luca in particolare. E così la vendetta è stata servita alla prima occasione utile: l’elezione dei nuovi uffici di presidenza in Parlamento. La segretaria non ha fatto prigionieri e ha sostituito il vice capogruppo alla Camera Piero De Luca, figlio del governatore, piazzando un uomo di sua fiducia come Paolo Ciani.

Dalla Campania, come ci si poteva aspettare, la risposta all’attacco è arrivata da Vincenzo De Luca in persona. Con quel post su Facebook al vetriolo, in polemica con la linea della segretaria, che sarà la definitiva pietra tombale a ogni ipotesi di terzo mandato da parte del presidente che non mollerà di un millimetro. In ogni caso, forte dell’appoggio di quadri e dirigenti, De Luca andrà dritto per la sua strada e proverà la balcanizzazione del Pd a livello regionale incalzando la segretaria sui tempi più sensibili. Il presidente proverà, inoltre, ad avere la sponda dei tanti ex sostenitori di Bonaccini (Guerini e Base Riformista su tutti) per mettere nell’angolo Schlein. E del resto le correnti masticano amaro non solo per i risultati alle elezioni, le ultime estemporanee prese di posizione della segretaria e le mille contraddizioni sulle armi in Ucraina, ma adesso anche per la sostituzione di De Luca che pare avere nessuna motivazione politica, ma soltanto di natura personale.

E se a caldo in tanti hanno storto il naso, con Matteo Orfini che non ha neanche partecipato all’elezione di Paolo Ciani, il giorno dopo la temperatura dem è in ebollizione. Le prime dichiarazioni del prescelto di Schlein, il quale ha sostenuto di non volersi iscrivere al partito e ipotizzato un cambio di linea del Pd sull’invio di armi in Ucraina. Dichiarazioni che hanno fatto ribollire il sangue in tanti, soprattutto tra i moderati, che vedono il rischio di uno spostamento troppo a sinistra del Pd con un rischio di correre verso l’irrilevanza politica.

Ma la frattura interna in casa dem non è passata inosservata neanche tra gli altri partiti di centrosinistra con l’eurodeputato di Azione Giosi Ferrandino che non è andato troppo per il sottile. «Non voglio entrare nelle dinamiche di un altro partito, ma segnalare un fatto doppiamente stravagante che avviene nel Pd. Chiedo ad Elly Schlein: per avere ruolo tra i dem bisogna per forza avere un’altra tessera di partito e votare contro le armi in Ucraina? Mi riferisco a Paolo Ciani di Demos, scelto come vicecapogruppo alla Camera. Ciani peraltro prende di fatto il posto di Piero De Luca, un deputato apprezzato ed esperto, che paga per il suo cognome». E cresce nel frattempo la tensione per la visita di Schlein a Napoli prevista per domenica prossima in occasione dell’Assemblea di Articolo Uno. All’incontro è stato invitato il sindaco Manfredi, ma non il governatore. Altro segnale del clima che si respira nel Pd campano e che potrebbe segnare il via di uno scontro molto più ampio che costituirà il primo vero banco di prova della nuova segreteria.